Rosario, Gino e «il Giornale»: la vittoria della trasparenza

(...) Fra l’altro, tutta questa riservatezza sui dati economici dei nostri consiglieri regionali, conservati con più segretezza di quanto sia avvenuto per il terzo mistero di Fatima, non aveva colore politico: li ha pubblicati nel Burl il presidente del consiglio regionale Gianni Plinio (allora di An), li ha pubblicati nel Burl il presidente del consiglio regionale Francesco Bruzzone (Lega), li ha pubblicati nel Burl il presidente del consiglio regionale Mino Ronzitti (prima Ds, poi Unione a sinistra), ha continuato a pubblicarli nel Burl il presidente del consiglio regionale Rosario Monteleone (Udc). Insomma, centro, destra, sinistra, tutti innamorati del Burl. E della semi-clandestinità, più clandestinità che semi, dei redditi dei consiglieri regionali.
Pensate che, prima degli articoli dei nostri ottimi Monica Bottino e Diego Pistacchi, gli unici redditi dei consiglieri regionali disponibili erano quelli dei dipietristi Nicolò Scialfa e Marilyn Fusco, dell’udicino Marco Limoncini e del rifondatore Alessandro Benzi. Ma non perchè i quattro siano più virtuosi degli altri. Molto più semplicemente perchè i primi due sono anche consiglieri comunali e i secondi due sono anche consiglieri provinciali. Cioè membri di assemblee che, a differenza della Regione, rendono noti i redditi da anni senza troppi problemi. Nessuna particolare virtù.
Proprio per questo, ringraziamo chi ha rotto l’incredibile silenzio su questa storia: il presidente del consiglio regionale Rosario Monteleone che ci ha chiamato e ha dato incarico agli uffici di uscire dai sotterranei della privacy sui redditi dei consiglieri, strenuamente difesa, con sprezzo del pericolo e del ridicolo fino all’ultimo. E la scelta di Monteleone di rompere la tradizione del silenzio dei suoi predecessori gli fa certo onore. Poi, ringraziamo il suo vice Gino Morgillo, pidiellino, che per primo ha sposato la linea della trasparenza e dell’uscita dal silenzio. E, infine, Raffaella Della Bianca, anche lei del Pdl, la prima consigliera regionale ad optare per il fai-da-te, spedendoci direttamente il suo Cud.

Che le ha fatto anticipare di un giorno i dati che poi sarebbero stati resi comunque noti.
Ricorda quella storia di Maometto e del monte. Qui, se i redditi non vanno al Monte(leone), è il Monte(leone) che va ai redditi.

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