Benny Casadei Lucchi
nostro inviato
a San Paolo
Flavio Briatore taglia, felice, il paddock ad ampie falcate e un altro brizzolato doc lo ferma, gli sorride e dice: «Certo che questa macumba contro il mio ragazzo te la potevi risparmiare, non potevi farla contro Alonso?». Laltro uomo brizzolato è Willi Weber, manager da sempre di Michael Schumacher. I due ridono. Quello di patron Briatore è un ghigno felice, quello di Weber è invece taroccato, nellestremo tentativo di nascondere lestrema delusione. È triste perché Michael è decimo, perché dopo un paio di giri il suo campione ha visto le qualifiche, la terza parte, quella decisiva per la pole, dal proprio box, mentre i meccanici cercavano di mettere una pezza a quel calo di pressione che aveva appena trasformato il missile rosso in una lambretta scoppiettante. «Una doccia scozzese», come lha definita Jean Todt. E in momenti così, non aiuta la Ferrari sapere che in pole cè un altro uomo rampante, cè Felipe Massa (2° Raikkonen, 3° Trulli), terza volta davanti a tutti questanno, per di più di fronte al suo pubblico, pubblico orfano di Senna e tradito da Barrichello, pubblico in delirio.
Ma su tutto, sulla festa e lallegria del giovane Felipe, su tutto domina la iella di Michael Schumacher. È molto giù, tradito da un problema tecnico e «per la seconda volta consecutiva», dice e aggiunge: «Semplicemente, a un tratto, non cera più pressione nella pompa della benzina (questo guasto non richiede la sostituzione del motore per cui il tedesco non rischia la retrocessione di dieci posizioni, ndr). Vincere? Francamente, ora, è molto difficile, potrò solo far del mio meglio in base a come si evolverà la gara». Quindi torna a quei drammatici istanti: «Che cosa ho pensato? A nulla, solo a cercare di risolvere il problema, ma non ce labbiamo fatta, ci è mancato il tempo, ora è tutto così tremendamente più difficile, e sono giù: prima il problema a Suzuka ora questo, è tutto molto triste. E dire che nella seconda manche di qualifica le cose andavano benissimo (Schumi era primo, ndr), e dire che il mondiale piloti lo davo già per andato ma avrei davvero voluto lottare fino allultimo per quello costruttori. Potevamo ancora farcela, ci tenevo proprio». A un tratto gli domandano di nuovo se spera ancora di vincere; vorrebbe mandare a quel paese lintero mondo, si trattiene, risponde ironico: «Certo, li supero tutto e vado a trionfare
»; e poi serio: «Comunque lotterò fino allultimo istante».
Meglio pensare ad altro, a Felipe, lamico Felipe in pole: «Sono felice per lui, se lo merita, adesso deve concretizzare, vincendo davanti al suo pubblico». Il brasiliano è fuori di sé dalla gioia: «Che meraviglia, in pole davanti alla mia gente, gente che sente la F1, gente calda da sempre. Adesso credo ci sia tutto quel che serve per poter vincere la corsa, lunico dispiacere è quanto accaduto a Michael. Però lo ribadisco: se per un motivo o per un altro dovessimo trovarci primo e secondo con Alonso fuori punti, io lo farei passare... per lui, per la Ferrari. Questanno sono fiero di quanto fatto».
In casa Renault sia Alonso che Briatore mantengono un profilo basso. Non si gioisce per i problemi altrui. Lo spagnolo: «Ovvio, la mia gara sarà più tranquilla, ma io non darei mai Schumi completamente battuto. Quanto successo è un aiuto, ma non per me, per il mio mondiale, bensì per quello costruttori, per la Renault». Come a dire: il mio lho già vinto.
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