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Rossi, che Mondiale faticoso: cade e si rialza, vince Dovizioso

Valentino duella con l'altro italiano, ma va a terra quand'è in testa. Riparte 12° e chiude quinto con rimonta. Ko Lorenzo e Stoner

Rossi, che Mondiale faticoso: 
cade e si rialza, vince Dovizioso

Donington - Il primo trionfo in MotoGp di Andrea Dovizioso, coincide con il primo podio stagionale di Colin Edwards e Randy De Puniet, a conferma che è stata una gara anomala. Era dal gp del Giappone 2007, 30 corse fa, che un pilota che non fosse uno dei “Magnifici Quattro” - Rossi, Lorenzo, Stoner e Pedrosa - non saliva sul gradino più alto del podio, ma non è assolutamente un caso che a riuscirci sia stato Dovizioso. Al suo primo anno in sella alla ufficialissima Honda della Hrc, Andrea, 23 anni di Forlì, è stato in questa stagione l’unico pilota che, a tratti, ha provato a dare fastidio ai quattro fenomeni, riuscendo a batterli in qualche circostanza. Il successo - e perfino il podio - gli erano sempre però sfuggiti per un’inezia e anche a Donington non sembrava alla sua portata. Ma gli errori di Jorge Lorenzo (caduto al nono giro mentre era al comando), di Valentino Rossi (a terra al ventesimo passaggio), le difficoltà di Daniel Pedrosa sulla pista umida, la sconcertante decisione di Casey Stoner di partire con le gomme da bagnato, mentre tutti i suoi avversari avevano quelle da asciutto, gli ha aperto la strada al primo, meritatissimo trionfo.

«Ancora non me ne rendo conto» continuava a ripetere anche parecchi minuti dopo aver tagliato il traguardo, in un misto di sensazioni bellissime, ma sempre ampiamente sotto controllo. Perché il “Dovi” è uno così, uno che non si lascia andare a facili entusiasmi, è molto analitico e razionale, esageratamente critico con se stesso. Qualità che lo hanno portato fino alla Honda, un tempo la squadra più forte del mondo, e ieri sul gradino più alto del podio, in un gp fortemente condizionato dalla pioggia, che è caduta sottile per tutta la gara, senza mai però bagnare completamente l’asfalto.

«È stata una corsa difficilissima - racconta Dovi - perché la pista era tremendamente scivolosa. All’inizio, sono stato il più veloce a prendere il ritmo insieme a Rossi: con lui davanti è stato più facile non commettere errori. Quando è caduto, sono stato bravo a gestire la situazione, mentre nel finale ho resistito al prepotente ritorno di Edwards e De Penuiet: una gara in tre parti, che ho amministrato perfettamente. Per questo sono sicuramente soddisfatto, ma non posso dimenticare che è stato un gp particolare: con l’asciutto non sono altrettanto competitivo, anche se mi sto avvicinando sempre di più ai migliori».

Ha ragione Andrea quando dice che è stato un po’ aiutato dalle circostanze, ma il suo successo è limpido e molto significativo. Come riconosce anche Rossi, che dopo aver visto volare via il compagno di squadra, e con Stoner in grandissima difficoltà, avrebbe potuto accontentarsi di un secondo posto.

«Ma non è nella mia mentalità - spiega il campione -: io voglio sempre provare a vincere. Con questa filosofia ho conquistato 101 successi: se mi fossi controllato, sarei probabilmente arrivato secondo, ma a quest’ora avrei 30 vittorie in meno».

Una generosità che questa volta non ha pagato, ma l’errore commesso non è stato poi così grave, perché Valentino è potuto ripartire dopo la scivolata e chiudere al quinto posto, accumulando più punti di vantaggio (11) sui suoi rivali, che se fosse arrivato primo al traguardo, con Lorenzo alle sue spalle.

«Vado in vacanza con 25 lunghezze di margine su Lorenzo e 37 su Stoner: non è male. Ma è solo la prima parte della stagione e nella seconda bisognerà continuare su questa strada, perché i miei avversari sono ancora molto forti».

A Donington, però, hanno mostrato qualche limite.

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