Rossi & Rossa a podio Pedrosa all’ospedale Simoncelli sotto accusa

Aveva detto: «Stavolta non devo proprio cadere». E non è caduto. Ha spedito a terra un altro. Aveva detto: «Non ho fatto ancora niente». E ora, purtroppo, ha fatto. Rimandando l’appuntamento con la gloria e il podio fortissimamente cercato e meritato. Marco Simoncelli, in arte il Sic, il capellone del team Honda-patatina-Gresini che per via della chioma e dello stile matto e terribilmente veloce piace tanto ai tifosi italiani e molto meno ai colleghi piloti, adesso è ufficialmente nei guai. Perché nel giorno in cui Stoner concede il bis su Honda spaziale, nel giorno in cui Dovizioso sempre su Honda spaziale si toglie di nuovo la soddisfazione di tenere dietro Valentino Rossi («una goduria»), nel giorno in cui il Vale torna Dottore, acchiappa il podio, terzo gradino, con spalla finalmente guarita e Ducati ancora da guarire, ecco che tutti parlano quasi esclusivamente del capellone giunto quinto causa manovraccia e punizione.
Per la verità, sono settimane che si parla del Sic. Colpa di certe sue manovre un filo brusche e colpa, soprattutto, dei vari Lorenzo e Stoner che chiedono meno azzardi in pista. Da qui la decisione di puntare il dito (anche perché il suo talento spaventa sempre più i big) sul Sic con l’obiettivo di disinnescarlo preventivamente. Un’azione, questa, culminata nel politburo per la sicurezza di venerdì sera durante il quale il ragazzo aveva incassato solo la solidarietà di Rossi («avanti così andrà a finire che si sorpasserà stando dritti...»). Fatto sta, reduce dalle critiche, ieri il ragazzo ne ha combinata una grande e vistosa in pista, causando la caduta di Pedrosa che nel volo si è rotto la clavicola destra. Tutto è successo quando in curva, lottando per il secondo posto, dall’esterno ha chiuso la porta a Dani. In questi casi, si legge sul galateo non scritto del motomondo, il malcapitato che si ritrova in piega e in curva e all’interno, non può rialzarsi, non può frenare perché sta inclinato col ginocchio a terra e rischia di finire per campi. Ecco perché di solito nessuno chiude a quel modo dall’esterno. Simoncelli ha chiuso.
Di certo non l’ha fatto apposta, di sicuro si è fatto prendere dalla foga e anche nelle prime dichiarazioni a caldo confermerà questa sensazione. «Mi dispiace tanto per Dani» dirà «perché si è fatto male, però non sento di aver commesso una maialata. Lui mi aveva appena ripassato in rettilineo, ma io all’esterno non intendevo risuperarlo, ho staccato dove lo faccio di solito e mi sono ritrovato davanti a lui, allora ho provato anche a raddrizzarmi un po’ per dargli spazio per girare... Quanto al ride through di penalità preso quando ero secondo... credo che mi sia stato dato per il chiasso di questi giorni... penso che se la stessa manovra l’avessero fatta altri non sarebbe accaduto nulla». Dal fronte Pedrosa, il commento del suo manager ed ex pilota Puig: «Simoncelli è un ignorante e un pericolo».
Di certo c’è che il nervosismo in pista sta dilagando. Nel warm up mattutino, Stoner aveva rifilato una manata a De Puniet (5mila euro di multa). «Mi ero spaventato, era lento... è pericoloso fare così» si difenderà a fine gara l’australiano, «e comunque gli ho chiesto scusa, so di aver sbagliato». Anche Simoncelli ammetterà le proprie colpe? Dovrebbe, tanto più che persino Valentino, che nel meeting anti-Sic l’aveva difeso, ieri l’ha bacchettato: «Ho paura che Marco, stavolta, abbia un po’ esagerato perché Pedrosa a quel punto era già dentro la curva, e a prima vista mi sembra che non gli abbia lasciato spazio per fare niente... Dani non poteva sparire». E poi: «Doveva essere più furbo tatticamente, non era il caso di compiere una manovra simile tanto più dopo le polemiche dei giorni scorsi». Su Simoncelli è intervenuto anche Stoner: «Marco ha una grande talento, è velocissimo, non c’è bisogno che corra in modo così aggressivo». Quanto al podio di Valentino, c’è di mezzo sempre Simoncelli. Perché senza il drive through patito per quella manovra, Rossi sarebbe rimasto giù dal gradino. Però precisa: «Se nel duello finale ci fosse stato il podio in palio, avrei sputato l’anima. E comunque avevo perso il conto... credevo di avere un giro in più». Quindi scherza alludendo alla velocità della Honda: «Sono felice, ho guidato forte... ma una volta la Ducati non dava 10 km/h a tutti gli altri?». E infine: «Cominciamo a capirci qualcosa...

Un podio dopo 4 gare fa piacere perché pensando all’eterno confronto con Stoner che questa moto la guidava da paura, beh, lui il podio lo conquistò più avanti... Se vale come una vittoria? No... solo una vittoria vale come una vittoria».

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