La Lazio onora il terzo posto finale con una sconfitta. Il che potrebbe apparire come unincongruenza ma non lo è, perché il ko patito a Siena davanti a una formazione che avrebbe lottato oltre ogni possibilità pur di accaparrarsi lintera posta in palio fotografa in maniera perfetta gli ultimi 90 sinceri minuti dei laziali. Che davanti agli ex Chiesa e Negro hanno giocato senza sentimentalismi, nel pieno rispetto di altre squadre (Catania e Chievo a Bologna, Reggina in casa col Milan) che si stavano, al pari dei bianconeri di Toscana, giocando le speranze di permanenza in serie A.
È finita 2 a 1 (Maccarone e Rocchi su rigore, poi Negro nel finale), a conferma che la sfida fra i senesi e i tesserati di Lotito finisce mai col risultato di parità (con quella di ieri su 4 precedenti, 3 volte hanno esultato i padroni di casa, una volta gli ospiti) e che, comunque, quando gli obiettivi sono diversi, altrettanto diversa è la concentrazione. Poi va detto che per quel riguarda la dignità, che va di pari passo col rispetto degli avversari, Delio Rossi aveva ampiamente fotografato la partita prima del fischio dinizio: «Andremo in campo e onoreremo la nostra maglia e il torneo, come abbiamo sempre fatto in tutta la stagione». Così è stato, il signor Delio non ha scostato di una virgola la sua filosofia, proprio per regalare equità alle antagoniste del Siena. E alla fine ha confermato quel che si sapeva in merito alla débâcle di giornata: «Semplicemente loro avevano più motivazioni». «Oggi il Siena ha vinto solo perché era troppa la loro voglia di sopravvivere rispetto alla nostra voglia di vivere», ha sottolineato il trainer di Rimini, il quale ha poi aggiunto che «loro si giocavano la serie A, mentre noi siamo appagati da tre turni». «Del resto - ha poi concluso - anche a Milano due settimane fa vincevamo a pochi minuti dalla fine e abbiamo perso. È solo una questione di motivazioni e di voglia». Comunque non ci sono recriminazioni: «Abbiamo onorato il nostro blasone, chiudendo bene un campionato eccellente. Terzi davanti ai campioni dEuropa, non vedo cosa potevo chiedere di più ai miei». Da memorizzare anche la dedica di Mario Beretta, mister bianconero: «Questa salvezza la dedichiamo al presidente De Luca, artefice di questi anni assieme alla sua famiglia, e poi allo staff tecnico e a quelli che ci hanno seguito tutto lanno». Ora si va in vacanza. Il rompete le righe decretato da Delio Rossi tornerà utile per ricaricare le pile in vista della preparazione anticipata che dovrà essere fatta per affrontare il turno preliminare di Champions League, presumibilmente a Ferragosto. Per adesso si va al mare.
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