Nanni Scaglia
da Estoril
Il cocco della HRC, il pilota che nei sogni della Honda avrebbe dovuto battere Valentino Rossi, consegna il titolo nelle mani dell'acerrimo rivale e della Yamaha. La follia di Daniel Pedrosa al quinto giro, che ha abbattuto il compagno di squadra Nicky Hayden tentando un inutile, quanto pericoloso sorpasso, spiana la strada al sesto titolo consecutivo in MotoGP di Rossi, che da inseguitore si ritrova fuggitivo, con otto punti in più di Hayden da amministrare nell'ultimo appuntamento di Valencia. «Edwards mi ha aiutato molto più di quanto abbia fatto Pedrosa con Nicky - se la ride Vale -. Era un po' che i due se la promettevano, alla fine sono riusciti a buttarsi per terra. Il nostro è stato assolutamente un successo di squadra».
Un successo che, per la verità, è svanito al fotofinish sul traguardo per due millesimi, con Rossi battuto da uno straordinario Toni Elias che involontariamente ha dato una mano alla Honda, che pure sta pensando di scaricarlo per la prossima stagione. Ma il secondo posto di Valentino, con Nicky nella sabbia, vale naturalmente come e più di una vittoria. «Prima del via, ci avrei messo la firma per un risultato così, anche se, per la verità, c'è un po' di amarezza per aver perso una gara per pochi centimetri» dice Rossi, confermandosi cannibale fino in fondo: lui si diverte solamente se vince. Essere battuto da Elias e il modo con il quale ha conquistato, per la prima volta in questa stagione, la vetta della classifica, nel suo modo di pensare mette un po' di ombra sull'apoteosi: non a caso Valentino è meno felice di quanto ci si potesse aspettare.
«Io in cinque gare ho fatto 10 punti per problemi vari, ci sta che anche Hayden facesse uno zero», sottolinea giustamente il fenomeno, che senza il tamponamento di Elias alla prima gara, le rotture meccaniche in Cina e Stati Uniti, il Gp d'Olanda disputato in condizioni fisiche precarie per la rottura di un osso di una mano, starebbe già festeggiando un titolo ampiamente meritato sul campo. Rimane il fatto che l'incredibile errore di Pedrosa ha impedito ad Hayden di giocarsela fino all'ultima curva, come era nel sogno degli appassionati e dello stesso Rossi. Naturalmente, il mondiale non è ancora chiuso, perché in caso di vittoria dell'americano, Valentino dovrà arrivare assolutamente secondo per vincere il mondiale. Ma nemmeno Nicky crede che il cannibale si faccia scappare una simile occasione.
«È vero che le corse sono così, ma era l'opportunità della mia vita e non so se ce ne sarà un'altra», dice il pilota della Honda con la voce rotta dal pianto, conscio di vedersi sfuggire un mondiale che sembrava già vinto. Dopo Laguna Seca, cinque gare fa, Hayden aveva la bellezza di 51 punti di vantaggio da amministrare e dopo quella gara ai primi tre posti c'erano tre piloti Honda. Ma nella pausa estiva, la Yamaha ha lavorato giorno e notte per risolvere i problemi della M1 e Rossi non ha smesso di crederci neppure per un secondo, convinto, giustamente, di essere il più forte. Guidando come forse non aveva mai fatto in vita sua, con una maturità incredibile, Valentino ha cominciato a rosicchiare punti pesanti e all'Estoril si è presentato a sole, si fa per dire, 12 lunghezze da Nicky. In prova, il campione della Yamaha ha ottenuto la pole, ma un po' a sorpresa, anche Hayden è andato forte, terzo e con un ottimo passo gara.
Come era facile prevedere, la differenza, questa volta, l'hanno fatta i compagni di squadra: Edwards ha protetto le spalle di Rossi, soprattutto in partenza, non forzando la frenata alla prima curva, mentre Pedrosa ha colpito alle spalle Hayden, forzando inutilmente la staccata.
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