Rossini Festival Apre la «Zelmira» Attesa per «La scala»

Pesaro La crisi ha toccato tutti. E dunque anche quest’isola felice. «Ma noi vogliamo avere lo stesso fiducia - commenta ottimista Gianfranco Mariotti -. E non intendiamo chinare il capo avanti alle difficoltà». Sarà dunque ricco ed entusiasmante come sempre, il Rossini Opera Festival anno 2009. Per celebrare la trentesima edizione della più prestigiosa rassegna lirica dell’estate italiana, infatti (di scena a Pesaro dal 9 al 20 agosto prossimi) «abbiamo confezionato un cartellone in linea con i nostri obbiettivi consueti: titoli rari ma ormai amatissimi, grandi interpreti, direttori e registi d'eccellenza». Sarà in parte anche eliminata la difficoltà che, nelle ultime tre edizioni, aveva rischiato di alterare l’atmosfera del festival pesarese, «quel raro mix di cultura rigorosa e relax balneare»: il doversi recare in navetta, cioè, nella periferica e poco attraente zona dell’Adriatic Arena. «Quest’anno un solo spettacolo sarà ospitato laggiù - annuncia il sovrintendente Mariotti - mentre le altre due produzioni torneranno nel tradizionale Teatro Rossini. Fra due anni, poi, saranno ultimati i restauri del Palafestival, e allora tutte le nostre produzioni ritroveranno casa al centro di Pesaro».
Titolo d’apertura sarà la Zelmira, con un cast stellare - in cui spiccano i nomi di star come Juan Diego Florez, Gregory Kunde e Marianna Pizzolato - diretti da Roberto Abbado, mentre la regia sarà affidata a Giorgio Barberio Corsetti. Altra regia di richiamo sarà quella firmata da Damiano Michieletto per La scala di seta: il rivoluzionario artista che nella scorsa edizione stupì tutti con una memorabile Gazza ladra, vincitrice del premio Abbiati, e che quest’anno (c’è da giurarci) inventerà qualche altra affascinante diavoleria.

Le Comnte Ory, nella ripresa dell’edizione firmata da Lluis Pasqual, per l’interpretazione di Lorenzo Regazzo, Laura Polverelkli e Roberto De Candia, diretti da Paolo Carignani, chiuderà il cartellone principale. Al quale s’aggiungerà, come sempre, il carnet delle produzioni collaterali.