Politica

Ru486, il Senato farà un'indagine conoscitiva

La commissione Sanità in Senato sentirà tecnici ed esperti per farsi un’idea sugli effetti della pillola e per capire se rispetta quanto prevede la legge 194. Carfagna: "La Ru486 aumenterà gli aoborti". Cicchitto al governo: "Definire i regolamenti attuativi". I vesconi: "Fare in fretta"

Ru486, il Senato farà un'indagine conoscitiva

Roma - L’indagine conoscitiva sugli effetti della pillola abortiva Ru486 si farà. La commissione Sanità di Palazzo Madama sentirà, infatti, tecnici ed esperti per farsi un’idea sugli effetti della pillola e poi per capire se rispetta quanto prevede la legge 194 sull’aborto. Già ieri, in occasione del Meeting di Comunione e Liberazione, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi aveva fatto sapere che la pillola Ru486 "potenzialmente potrebbe essere in contrasto con la legge 194".

L'indagine conoscitiva Intervistato da Libero, il capogruppo Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, ha assicurato che il Parlamento porterà avanti l'indagine conoscitiva: "Sostenere che la Ru486 è un farmaco, vuol dire che la vita è una malattia. Il nodo della questione è capire come verrà assunta la pillola". Via di lavoro apprezzata anche da Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, che ha spiegato: "Ma a questo punto, dopo la pronuncia dell’organismo tecnico competente e tenendo conto che essa è già da tempo adottata in molti Paesi, il governo deve definire i regolamenti attuativi, che non devono essere ispirati a schemi ideologici di alcun tipo, bensì devono essere collocati nell’ambito della 194". Dal canto suo il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna, fa sapere di aver "paura che un metodo come questo possa diventare un metodo concezionale post-rapporto". "Ho paura che aumenti il numero delle gravidanze e non le diminuisca - ha continuato la Carfagna - così si svuota il senso della vita umana. Anzichè diminuire il numero degli aborti, rischia di aumentarli. Invece bisogna sostenere le donne, anche quelle in difficoltà, a portare avanti una gravidanza che può essere difficile dal punto di vista economico".

I vescovi: "Fare in fretta" "La richiesta appare urgente e motivata", ha scritto in un commento per il Sir, l’agenzia stampa dei vescovi, il teologo don Marco Doldi, docente di Teologia morale all’Istituto superiore di scienze religiose di Genova. "Occorre superare l’equivoco che si tratti solo di una scelta di natura tecnica - ha scritto Doldi - Aiuta grandemente a capire questo la ’Caritas in veritatè di Benedetto XVI, perché in modo chiaro sfata l’idea che il progresso sia semplicemente un fatto di procedure. Come a dire: se fino ad oggi l’aborto era praticato in modo chirurgico, oggi è possibile farlo in modo chimico e, quindi, va tutto bene". Ma, ha precisato poi il teologo, "non è così: l’aborto, in qualunque forma venga praticato, interpella sempre la coscienza individuale e collettiva. Questa particolare pratica, ancora di più. Vale la pena, per un momento, interrogarsi su che cosa sia veramente il progresso: su questo punto il Magistero della Chiesa propone una parola significativa e singolare; una parola 'profetica' perché, al momento, è unica". "Lo sviluppo umano dipende, oggi dal far interagire i diversi livelli della conoscenza - ha, infine, concluso - l’errore, invece, è di ritenere che scelte, le quali toccano così da vicino la persona, siano solo di natura scientifica, come se la persona si capisse principalmente con le leggi della biologia. E' necessario allargare gli spazi della ragione per giungere a un sapere integrale".

La denuncia di Sacconi "C’è una situazione troppo sregolata", aveva tuonato ieri sacconi che crede che "tocchi all’Aifa, l’Agenzia per il farmaco, una disciplina rigorosa circa i modi con cui garantire la compatibilità tra la pillola e la legge che regola l’interruzione volontaria di gravidanza". "La pillola potenzialmente potrebbe essere in contrasto con la legge dello Stato sulla interruzione volontaria di gravidanza". Vista la situazione, per il ministro, "devono essere individuati tutta una serie di presidi e di forme di monitoraggio per verificare che non si riproduca quella solitudine della donna che la legge 194 ha concorso ad evitare. Siamo molto interessati a verificare che questa potenziale incompatibilità della pillola con la legge vigente si verifichi davvero. In questo caso non potremmo non porci il problema di sospenderne l’impiego". "In questo momento - aveva, poi, avvertito Sacconi - la regolazione è importante perché c’è una situazione troppo sregolata. E' una situazione che comunque deve essere affrontata perché la pillola può essere acquistata altrove, anche impiegata al di fuori della struttura ospedaliera".

"Tutti aspetti - aveva, infine, concluso - che dovranno essere invece regolati rigorosamente tanto per quanto riguarda la Ru, quanto per quanto riguarda la farmacologia complementare che anch’essa dovrà essere prescritta da ginecologi ed essere somministrata in mabito ospedaliero perché tutto il percorso avvenga in sede ospedaliera come è nello spirito e nella forma della 194".

Commenti