Rumore e dolcezza Una chitarra solitaria per rinnovare il rock

«È uno stratega dei sentimenti capace di parlare in modi diversi/custode della chiave di tutte le porte/quando lo incontri capirai che niente può liberarlo/cedigli la strada: è il solitario». Oltre 40 anni fa Neil Young scrisse profeticamente l’autobiografica The Loner, da cui prese il nome di battaglia «il solitario». Young è un solitario perché esistono e convivono - spesso contraddicendosi - mille Neil Young, dal balladeer country all’ispiratore del grunge. Ora, con Le noise, esprime la milleunesima personalità: chitarra e voce in piena libertà «pilotate» dagli incredibili effetti di Daniel Lanois (mago della produzione con U2, Dylan e mille altri). Un disco vibrante e anomalo con schitarrate filtrate dalle diavolerie elettroniche di Lanois. Magnifico il suono e splendide le ballate, sei scariche elettriche impreziosite da due perle acustiche come Love and War e Peaceful Valley Boulevard. «Questo è folk metal - spiega Young - il suono di chitarra più eccitante che io abbia mai prodotto attualizzando il folk con la violenza dell’heavy metal. Doveva essere un semplice disco acustico, poi Lanois mi ha lasciato da solo in una stanza con quella chitarra su cui ha lavorato per costruire un nuovo suono e tutto è cambiato. È difficile inventare qualcosa di nuovo dopo tanti anni di r’n’r, ma ce l’abbiamo fatta». «Ci tenevo ad offrire a Neil qualcosa che non poteva aver ascoltato prima - sottolinea Lanois -, il suono multistratificato di quella chitarra che contiene tutto - un sound acustico, elettronico e di basso -; non appena l’ha imbracciata ha capito che stavamo portando le potenzialità della chitarra ad un nuovo livello».
E la novità sta proprio in questo; non un pastone sperimentale e pesante come l’ultima parte del triplo cd Arc/Weld, ma una perfetta comunione di armonie tradizionali e contemporanee, di invenzioni e di richiami al mito del rock. Insomma grandi brani come Walk With Me, Sign of Love, la drammatica Hitchiker che senza sconti narra la sua vita da schiavo della droga (un intenso outing su hashish, anfetamina, eroina, cocaina con fantasmi non ancora del tutto scomparsi: «Ho cercato di lasciarmi dietro il passato ma non mi molla mai», canta Young). «Non ho paura di cantare in prima persona sentimenti, esperienze ed errori». Piuttosto guarda sempre avanti senza preoccuparsi delle reazioni o dei desideri dei fan. «Per ora niente band, farò il solista, e il mio obiettivo non è quello di rifare all’infinito i miei pezzi più noti. Con la morte di Ben Keith difficilmente riformerò i Crazy Horse. Ora guardo al futuro.

Più cercano di influenzarmi più vado oltre, nessuno deve dirmi cosa fare. Mi piace quando la gente apprezza ciò che faccio ma va bene anche il contrario». Le noise, dopo un attimo di spiazzamento per qualcuno, dovrebbe mettere d’accordo tutti.

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