Il ruolo del Cavaliere: duello Romano-Ostellino
10 Agosto 2005 - 00:00Lex ambasciatore: deve fare chiarezza sulla sua posizione. Lex direttore: non è tenuto, credo a quello che ha detto
Paolo Brusorio
da Milano
Sfida di fioretto tra due editorialisti; botta e risposta tra un ex ambasciatore e un ex direttore: chiamatela come volete, ma ieri nella pagina che il Corriere della Sera dedica alle lettere, Sergio Romano, il padrone di casa, ha avuto un ospite particolare: Piero Ostellino, sulla tolda di via Solferino dal giugno dell84 al febbraio dell87. Loggetto del contendere? La scalata al gruppo Rcs e la posizione di Silvio Berlusconi.
La miccia lha accesa Sergio Romano nellarticolo di fondo apparso sul Corsera lunedì: «Lombra del premier» il titolo. Dopo aver circumnavigato le varie opzioni sugli scalatori della Rcs, Romano mette a fuoco la questione, il diritto di sapere chi sta dietro chi: «Soprattutto - scrive - quando il presidente del Consiglio è un imprenditore dellinformazione e tanti suoi amici sembrano coinvolti nella vicenda». E poi ancora: «Voglio essere tranquillizzato dal presidente del Consiglio»: Per chiudere con: «Insomma, è da lui che aspettiamo chiarezza e trasparenza».
Ieri la lettera di Ostellino: «Nel 1925 lallora capo del governo si occupò della proprietà del Corriere. Quel capo del governo era Benito Mussolini». Mussolini, scrive Ostellino, se ne interessò perché cambiasse, Berlusconi dovrebbe farlo perché non cambi. «Ma per me, liberale, la morale è la stessa, il capo del governo non si deve occupare della compravendita di società private». Se ciò accadesse negli Usa, sostiene Ostellino, scoppierebbe uno scandalo. «Quindi non sono daccordo col fondo del Corriere e ho sentito lesigenza di scriverle».
E Romano quella di rispondergli. Dandogli prima ragione sulle scalate alle proprietà dei giornali («che non sono santuari inespugnabili») e sulle interferenze del premier che non dovrebbe avere alcun ruolo in queste vicende. Ma qui, è il succo della risposta di Romano, cè di mezzo il conflitto di interessi, una questione su cui la luce deve rimanere sempre accesa. «È questa la ragione per cui ho chiesto al presidente del Consiglio di fare chiarezza», chiosa Romano.
E Ostellino? È rimasto soddisfatto lex direttore del Corsera? «Romano è stato squisito e cortese, ma non cambio idea. Il capo del governo ha assicurato di non fa parte della cordata e io ci credo. In caso contrario ho già detto al direttore Mieli che vorrò essere il primo a chiedere le dimissioni di Berlusconi». Gli scalatori non lo preoccupano: «La proprietà del Corriere è blindata. Piuttosto trovo scandalose certe campagne di diffamazione. Come quella contro Ricucci. Negli Stati Uniti una cosa simile sarebbe impensabile.». E chiude con una certezza e con un dubbio. La prima: «Come per i cambi di direttore, finché ci sarà Berlusconi modificare la proprietà senza sospetti sarà impossibile». Il dubbio: «Ci si preoccupa del Corriere o siamo già in campagna elettorale».
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