«Se dovessi dar retta alla Provincia da Milano, dal 15 novembre dovrei tener ferme tutte le ambulanze. Ma non ci penso proprio nè a far mettere le gomme da neve sui mezzi nè a chiedere deroghe per consentire ai veicoli della Croce Rossa di circolare senza. Daltra parte, una richiesta del genere non spetterebbe a me. Il fatto è che quellordinanza è tecnicamente nata male, al di là delle considerazioni sul principio della sicurezza che lhanno ispirata e sulle quali siamo tutti daccordo. Ma ormai, il latte è stato versato...». Parole inequivocabili, quelle di Maurizio Gussoni, neo commissario per la Lombardia della Croce Rossa Italiana. Parole che la dicono lunga sugli «effetti collaterali» che il provvedimento di Palazzo Isimbardi, che obbliga gli automobilisti a montare sui propri veicoli pneumatici invernali o a tenere le catene a bordo dal prossimo 15 novembre al 31 marzo 2011, sta provocando a Milano e nel resto della regione. Un paio di cifre, giusto per capire. In Lombardia sono oltre un migliaio i mezzi della Croce Rossa, in gran parte autoambulanze e centri mobili di rianimazione che spesso fanno riferimento al capoluogo per spostamenti o trasferimenti durgenza da tutti gli angoli della regione. E chiaro che, se si dovesse far fronte allimpegno imposto dallordinanza provinciale, la Croce rossa dovrebbe sborsare di colpo svariate centinaia di migliaia di euro. «Unipotesi che non prendo neanche in considerazione - rincara Gussoni -. Limpegno economico sarebbe al di fuori di ogni portata. E poi i responsabili dei comitati locali sanno benissimo valutare da sè, a seconda delle situazioni, lopportunità o meno di dotare i propri veicoli di pneumatici invernali come, del resto, hanno sempre fatto fino a oggi. Che senso avrebbe dare disposizioni in tal senso, solo per rispettare unordinanza? Saranno sempre e comunque solo le esigenze di servizio a fare la differenza». E allora, che si fa? «Sono convinto che il buon senso prevarrà e nessun vigile o agente fermerà mai unambulanza in servizio». Ma se dovesse succedere? «La nostra reazione non si farebbe attendere», taglia corto e chiude Gussoni. Chiaro come il sole. Ma in corso Monforte nessuno si scompone. A cominciare dallassessore Giovanni De Nicola, ispiratore dellordinanza sotto accusa: «Non intendo modificare il testo - esordisce deciso -; non fossaltro che per rispetto agli automobilisti che si sono puntualmente attrezzati. La strada è quella tracciata dal provvedimento: sicurezza prima di tutto; non minteressa lisciare il partito degli irresponsabili. E poi voglio ricordare che lordinanza è valida solo sulle strade di collegamento; sono quindi esclusi tutti i centri urbani, Milano in testa, così come autostrade e tangenziali».
E se da una parte si allarga il «fronte» del rigore, con Bologna, Torino, Parma, Varese Biella e Como a favore, dallaltra cè il dissenso della maggioranza a Palazzo Marino, quantomeno sulle modalità di applicazione dellordinanza provinciale. Lunedì prossimo infatti, il Pdl presenterà in Consiglio comunale una mozione con la quale si chiede la sospensione o il rinvio dellentrata in vigore del provvedimento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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