La Russa avverte Berlusconi: "È una trappola"

Milano «Una trappola» dice il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, parlando dell’invito a scendere in piazza a Milano per il 25 aprile rivolto a Silvio Berlusconi dal segretario del Pd, Dario Franceschini. La manifestazione milanese dell’Anpi, l’Associazione nazionale dei partigiani, è politicamente una delle più calde. L’abbondanza di bandiere rosse è una tradizione consolidata e i tentativi di rompere il monopolio della sinistra in corteo in passato sono finiti sommersi da contestazioni e fischi. Così è un susseguirsi di cautele, per evitare passi falsi ed effetti boomerang.
Sarà anche per questo che a Milano sembrano tutti in attesa di sapere che cosa farà il presidente del Consiglio. «Non ho ancora deciso, deciderò nei prossimi giorni e certamente mi sentirò anche con il presidente Berlusconi» dichiara Letizia Moratti. Il sindaco di Milano nel 2006 è stata vittima di una specie di assalto mentre sfilava in corteo spingendo la carrozzella del padre, Paolo Brichetto Arnaboldi che ha partecipato alla Resistenza nella brigata Franchi di Edgardo Sogno e che nel suo pedigree partigiano può ricordare anche di essere stato prigioniero a Dachau.
In attesa di chiarimenti anche il presidente della Regione, Roberto Formigoni, insultato a partire dal corteo del 25 aprile 1995, pochi giorni dopo il suo insediamento al Pirellone: «Mi consulterò con il presidente Berlusconi e valuterò insieme a lui se andare in piazza. Sono andato diverse volte ma sono sempre stato fatto oggetto di pesanti contestazioni». Insomma, le testimonianze dirette di chi c’è già passato non lasciano ben sperare.
Decisamente contrario a un intervento di Berlusconi al corteo di Milano, ma anche lui in attesa, è Ignazio La Russa: «Berlusconi deve celebrare il 25 aprile ma non in mezzo alle bandiere rosse, lì dove lo vuole trascinare come in una trappola Franceschini». Il ministro della Difesa, parlando da Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, spiega perché non ritiene che il corteo sia un luogo adatto al presidente del Pdl: «Meritano rispetto ma non di essere celebrati i partigiani rossi che combattevano perché volevano un’Italia stalinista». Anche in questa direzione, quindi, e non solo verso i combattenti della Repubblica di Salò, secondo La Russa «la pacificazione non è parificazione».
Decisione già presa, invece, per il candidato del Pdl alla Provincia, Guido Podestà. Sarà in piazza, ma sfilerà sotto la stella di Davide. «Parteciperò alla manifestazione del 25 aprile nella brigata di Israele» annuncia Podestà. Il contributo della Brigata Ebraica alla liberazione di molte città del Nord dal nazifascismo è ricordato ogni anno dalla partecipazione della comunità ebraica milanese alla manifestazione.


Mentre l’Anpi mobilita i suoi per il corteo, non dimentica la polemica per il disegno di legge presentato alla Camera da un gruppo di deputati (tra cui il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato) che chiede di istituire l’Ordine del Tricolore, un’onorificenza che riconosce «la pari dignità» nella partecipazione al conflitto a tutti i combattenti della Seconda guerra mondiale, da attribuire a «tutti coloro che, oltre sessant’anni fa, impugnarono le armi e operarono una scelta di schieramento convinti della bontà della loro lotta per la rinascita della Patria». La battaglia contro il ddl, sulla prima pagina del sito dell’Anpi, è strettamente legata alla mobilitazione per il corteo del 25 aprile.

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