La Russa chiede una deroga per Inter-Juve: aprite le porte ai tifosi

Trasferta vietata, nuove e ulteriori limitazioni in vista, aspettando che qualcuno chieda le porte chiuse tre ministri-tifosi si sono impegnati per far sì che tutti i tifosi possano assistere al derby d'Italia: il ministro della Difesa La Russa, quello degli Interni Maroni e quello delle Infrastrutture e Trasporti Matteoli.

É difficile immaginare una comitiva di tifosi juventini che arrivano a Milano in gita premio, con le bandiere e pronti a sostenere la loro squadra impegnata in un confronto di campionato con l'Inter. Trasferta vietata, nuove e ulteriori limitazioni in vista, aspettando che qualcuno chieda le porte chiuse tre ministri-tifosi si sono impegnati a cercare una soluzione per far sì che tutti i tifosi possano assistere al derby d'Italia in programma la settimana prossima a San Siro. Il dibattito è andato in onda su Radio 1 nel corso della trasmissione «Ventura Football Club», a cui sono intervenuti prima il ministro della Difesa Ignazio La Russa, poi quello degli Interni Roberto Maroni e infine quello delle Infrastrutture e Trasporti Altero Matteoli.
È stato La Russa a lanciare la provocazione: visto che Inter-Juve sarà riservata ai soli abbonati perché considerata una gara a rischio dall'Osservatorio del Viminale, si potrebbe «consentire l'ingresso anche a tutti gli iscritti agli Inter club». Una proposta, dice La Russa, «di cui ho già parlato con il ministro Maroni che si è detto d'accordo».
Il diretto interessato, intervenuto subito dopo, è però più cauto. Ma prima di spiegare il perché non si risparmia una gufata in piena regola sulla lotta per lo scudetto. «L'Inter è strafavorita - ha infatti premesso Maroni notoriam,ente milanista -. Vincerà sicuramente lo scudetto e la Champions League. Io sono per la massima partecipazione ma anche per la massima sicurezza. Ma purtroppo in questi anni abbiamo assistito ad episodi di violenza ingiustificati che ci hanno costretto a prendere misure restrittive. È chiaro però che se c'è un'assunzione di responsabilità delle squadre e delle tifoserie, gli stadi devono essere aperti a tutti, se invece non c'è, diventa difficile».
Maroni ha assicurato che prenderà in considerazione la proposta del collega della Difesa: «Ne parlerò con il capo della polizia e con il prefetto di Milano, se loro mi dicono che è una cosa che si può fare, conoscendo le tifoserie, naturalmente lo faremo. Sempre però garantendo a tutti la sicurezza, perché se poi succede qualche cosa - ha concluso - facciamo rispondere il ministro La Russa».
Tutto risolto? Assolutamente no, visto che il terzo membro del governo Altero Matteoli, ha sollevato un problema di discriminazione: «Tutti sanno che io sono un fazioso tifoso juventino - ha sottolineato - e, probabilmente, se chiedessi un biglietto alla società mi farebbero assistere all'incontro in quanto ministro. Ma a parte il fatto che finirei su tutti i giornali il giorno dopo, tutti gli altri tifosi juventini non avrebbero comunque accesso allo stadio. E come si spiega questa discriminazione?». E Matteoli ha anche criticato il principio di vietare l'accesso agli stadi. «È assurdo - ha detto -. Chi commette un reato merita di essere punito severamente ma non si può prevenire un reato abolendo il reato.

Se vogliamo inasprire le pene ben venga, ma non è possibile proibire ai tifosi di andare allo stadio, viene meno uno degli spettacoli più belli».
Peccato che questo clima frizzantino sia stato scatenato da queste storie di scudetti di carta tolti e assegnati. Ormai le partite diventano a rischio a comando.

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