La Russia fa ripartire i negoziati con Pyongyang

Intesa con Seul per rilanciare i colloqui del Gruppo dei Sei

da Seul

Mosca e Seul sono d’accordo per tentare un rilancio del negoziato a sei per la denuclearizzazione della Corea del Nord. Il viceministro degli Esteri russo, Alexander Alexeiev, ha incontrato il principale negoziatore nucleare sudcoreano, Chun Yung Woo, dopo aver visitato la settimana scorsa la Corea del Nord. È stato la prima autorità straniera a visitare il Paese dopo l’annuncio del 9 ottobre sul test nucleare. «Entrambi abbiamo concordato sulla necessità di lavorare per una soluzione diplomatica e che il processo di negoziati a sei dovrebbe essere rilanciato», ha dichiarato Alexeiev dopo aver incontrato Chun.
Alexeiev ha sostenuto che «a Pyongyang mi è stato ripetuto più volte che sono favorevoli alla prosecuzione del processo e per la denuclearizzazione della penisola coreana». Giunto ieri a Seul per colloqui sulla crisi nordcoreana, Alexeiev si è comunque detto «prudentemente pessimista» su una ripresa dei negoziati.
Questo mentre la Cina, che ha aderito alla risoluzione Onu che impone sanzioni a Pyongyang, è al centro dell’attenzione per il suo ruolo nella crisi. Secondo il segretario di Stato americano Condoleezza Rice, Pechino ha tutto l’interesse a vedere imposte queste sanzioni perché non vede di buon occhio la proliferazione nucleare in Corea del Nord. Anzi, secondo fonti britanniche, si starebbe orientando verso l’opzione del cambio di regime a Pyongyang. Il Times sostiene che l’opposizione di Pechino a sanzioni troppo dure contro la Corea del Nord dipenda esclusivamente dal timore di distruggere quel che resta della fazione «riformista» della fazione filocinese del «regno eremita» di Kim Jong Il.

Quest’ultima sarebbe favorevole a riforme simili a quelle attuate in Cina, che porterebbero alla caduta della «dinastia» dei Kim in uno scenario simile a quello romeno che alla fine del 1989 vide il tracollo violento del potere di Nicolae Ceausescu e di sua moglie Elena.

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