da Roma
Romano Prodi lancia un appello agli elettori di centrosinistra: partecipate alle primarie e votatemi che vinceremo. Ma mentre il Professore vanta le magnifiche sorti e progressive dellUnione dietro di lui la Margherita e la Quercia continuano a darsele di santa ragione. Questa volta il pretesto per lo scontro nasce da unintervista di Antonio Padellaro a Francesco Rutelli. Colloquio soltanto virtuale e senza risposte però perché il leader della Margherita, spiega lUnità, si è negato al contrario dei disponibili Prodi e Fassino. Di qui lirritazione dei rutelliani.
Ieri il candidato leader dellUnione ha compiuto il primo passo verso le primarie, che si terranno il 16 ottobre, con una lunga intervista al sito bolognese dei Ds. Non sarà il Professore lunico candidato. Oltre a Fausto Bertinotti, Antonio Di Pietro e qualche outsider come Ivan Scalfarotto, Vittorio Sgarbi e don Gallo ieri hanno confermato la loro volontà di partecipare il presidente dei Verdi, Alfonso Pecoraro Scanio e il leader dellUdeur, Clemente Mastella. Entrambi mossi non dalla volontà di scalzarlo ma dai nobili intenti il primo di renderlo più progressista, il secondo di spostare più a sud gli interessi dellUnione.
Prodi comunque non è affatto preoccupato allidea di una lista affollata. «Più candidati ci sono e meglio è - assicura -. Le primarie sono un esercizio di democrazia. Ognuno si candida offrendo agli elettori quelle che ritiene le proprie priorità. Chi vince si assumerà il compito di sintetizzare e armonizzare tutte le istanze». Prodi auspica che in tanti partecipino al voto spiegando che verranno allestiti circa 4.000 seggi in tutta Italia, grazie «alla macchina organizzativa dei partiti che hanno messo a disposizione le loro strutture».
Prodi poi sottolinea «limportanza fondamentale delle primarie», novità politica dirompente come hanno dimostrato «le esperienze locali». Le primarie infatti per Prodi sono «lo strumento più forte per dare legittimazione al leader della coalizione, il vincitore esce rafforzato dalla competizione» e tutto questo regalerà stabilità al governo in caso di vittoria del centrosinistra. Per il momento Prodi non parla ancora di programma, promettendo di renderlo pubblico «tra pochi giorni».
Intanto però nel centrosinistra ribollono malumori e contrasti. AllUnità, che sollecita Rutelli a chiarire le sue posizioni sulla possibile corsa verso il centro e la creazione di un partito dei moderati magari con pezzi in caduta dal centrodestra, risponde piccato dalla Margherita Pierluigi Mantini. «Le domande provocatorie di Padellaro sembrano un atto di guerra preventiva per la contesa del voto moderato da parte dei ds alla Margherita», dice Mantini che ricorda come al Meeting di Cl il patto bipartisan sul futuro è stato firmato non soltanto dai Dl ma pure dal responsabile economico dei ds Pierluigi Bersani.
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