da Roma
«La partita non è chiusa». Il vicepremier Francesco Rutelli ha messo le mani avanti. «Prima di dover mettere in liquidazione lAlitalia bisogna riproporre unofferta di vendita che porti a misurare i potenziali acquirenti su un piano industriale che salvi e dia un futuro alla compagnia», ha detto.
Le frasi di Rutelli, pronunciate ieri nel corso di un incontro con il presidente del Consiglio Prodi, sono trapelate solo in serata. Il motivo è presto spiegato. Il leader della Margherita intende fare pressing sul premier per evitare che si apra una trattativa privata con Air France-Klm della quale il titolare di Palazzo Chigi, visti i buoni rapporti con Oltralpe, si prenderebbe tutto il merito.
E poi Rutelli è sempre stato di opinioni differenti rispetto a Prodi nel merito: Alitalia andrebbe ceduta a un operatore asiatico per consentire al nostro Paese di fare da ponte tra Europa e Oriente. Il vicepremier non si è mai stancato di ribadire la sua presa di posizione. Ma non si è trattato dellunica divergenza di vedute tra esponenti della maggioranza. Il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, ha sottolineato che la compagnia si può vendere «anche a chi offre un euro oppure la si faccia fallire». Unuscita subito rintuzzata dal suo collega dei Trasporti Alessandro Bianchi.
Ma nella maggioranza di governo cè anche chi pensa alla statalizzazione. Come il capogruppo del Pdci alla Camera, Pino Sgobio: «Bisogna salvaguardare i lavoratori, lo Stato se la ricompri».
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