Il «Sabato sera» è una Febbre latina

Ferruccio Gattuso

La Febbre non cala, e anzi impone al termometro una progressione al ritmo latinoamericano. D'altronde lo spirito rimane lo stesso, e basterebbe fare un giro - al sabato sera - tra i locali dedicati alla danza caraibica che pullulano non solo a Milano, ma anche nel bergamasco e nel bresciano (dove il genere latinoamericano è una forma di religione laica) per capire che il rito musicale e ballerino di Tony Manero e compagni è sempre valido.
Le camicie dell'Adone cafoncello e agile della comunità italoamericana restano esagerate, i colori sgargianti come in passato, le piste della discoteca sono affollate come in quel lontano 1977, la caccia alle ragazze - sesso e amore, come viene non importa - non subisce importanti variazioni. E anche le immortali musiche dei Bee Gees (Night Fever, Stayin' Alive) restano le stesse: le note sono quelle del pentagramma originale, il vestito sonoro che si danno resta quello della disco music, ma con una concessione anche ai ritmi caraibici.
Insomma, La febbre del sabato sera torna sul palcoscenico al sapor di salsa & merengue, dopo quattro anni da un fortunatissimo debutto (record di tenitura, 16 settimane consecutive di repliche al Teatro Nazionale), e con la stessa autorevole firma registica, vale a dire quella di Massimo Romeo Piparo, pioniere della rinascita del musical in Italia. Fresco di debutto (l'11 febbraio) a Bari, dove ha registrato il tutto esaurito, il musical si presenta, oggi e domani, al Mazda Palace.
Ai piedi del palcoscenico, la scenografia prevede persino una pista da ballo, sulla quale potranno gettarsi gli spettatori convinti di avere una chance in quanto a danza latinoamericana: consigliate, quindi, le visioni dello show con partner ballerino al fianco. Bisogna proprio dire che Piparo - volpe dello showbiz se mai ce n'è una - ne sa una più del diavolo: l'idea gli pulsa in testa durante la sua lunga stagione come autore in Rai. Perché non utilizzare ballerini e cast del suo programma Ballando sotto le stelle, presentato da Milly Carlucci? Detto, fatto: la Febbre avrà come protagonisti Simone De Pasquale (Tony Manero), vincitore della prima edizione del programma, e poi i maestri noti al pubblico di Raiuno: Samanta Togni, Denise Abrate, Raimondo Todaro, Samuel Peron e l'affascinante ballerina russa Natalia Titova.
Non è finita: il ruolo del carismatico DJ Monty va al neoballerino, imprevisto e vulcanico, Stefano Masciarelli. Sarà lui, sfidando le leggi dell'anatomia e della fisica, il gran maestro di cerimonia del musical. Trampoli kitsch, pantaloni a zampa d'elefante, e una versione che si annuncia memorabile del brano Disco Inferno. «Alla fine i brani che canto sono sette - precisa Masciarelli - Io non mi tiro certo indietro, sono felice di questa esperienza. Quando ho partecipato la prima volta a Ballando sotto le stelle ho pensato proprio al fatto che si apriva per me un'occasione speciale.

Non solo ho imparato qualcosa di nuovo per la mia carriera, ma sono stato pure pagato per farlo! Sono un fan del film con Travolta, lo vidi e rividi innumerevoli volte nell'anno che feci il militare, ogni scusa era buona per correre al cinema. DJ Monty è cucito su misura per me, mi piace il suo ruolo paterno coi ragazzi, soprattutto con quel bullo di Tony Manero».

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