Sabelli rinuncia al cargo e ora punta tutto sui passeggeri

«Merci e manutenzione non sono competitive». Polemiche sulla consegna del piano. Sacconi: «No agli scioperi preventivi»

da Roma

La Nuova Alitalia punta sul settore passeggeri, dove c’è «maggiore possibilità di successo», mentre la divisione cargo sarà ceduta perchè «non è competitiva». Piano industriale al centro dell’incontro numero due, ieri al ministero del Welfare, fra l’ad della Cai Rocco Sabelli e i sindacati, presente il ministro Maurizio Sacconi. I passeggeri saranno dunque il core business della nuova compagnia; le attività di cargo, manutenzione e le altre comprese nella zona grigia - call center e servizi informatici - resteranno in mano al commissario Fantozzi, conferma Sacconi. La Cai continuarà a servirsene, fino a quando non si troverà una soluzione in outsourcing.
Per quanto riguarda la manutenzione pesante che fa capo alla Atitech di Capodichino, un interlocutore possibile è, secondo Sacconi, Finmeccanica, già presente nel territorio napoletano con Officine Aeronavali. Da ieri i 700 dipendenti Atitech sono in agitazione, e hanno bloccato lo scalo napoletano di Capodichino per circa sei ore, con gravi disagi per i passeggeri. Il governo, ha spiegato comunque il ministro del Welfare, è interessato a preservare l’occupazione in queste attività, garantendo i posti di lavoro. Nei prossimi giorni discuteranno del problema il governatore della Campania, Antonio Bassolino, e il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola.
Sabelli ha spiegato ai sindacati i motivi della rinuncia ai settori cargo e manutenzione: il primo sarà ceduto perchè non competitivo, dato che «il quindicesimo gruppo cargo al mondo ha dimensioni doppie di Alitalia»; il leader mondiale della manutenzione fa otto milioni di ore annue, «mentre Alitalia ne fa solo 500 mila». L’obiettivo della nuova compagnia è dunque «l’eccellenza nel settore passeggeri». Sabelli non ha fatto mistero di quanto sia complicato il progetto. Lo ha definito un «salto carpiato triplo tra una ristrutturazione molto forte, uno start up e l’integrazione fra due aziende». E davanti alle insistenze dei sindacati, in particolare della Uil, per avere in mano il piano industriale, l’amministratore della Cai si è detto disponibile a ogni delucidazione, ma non a fornire le carte complete: «Il piano - ha spiegato - deve rimanere riservato sotto il profilo formale». Ai sindacati sarà consegnato lunedì un testo privo di alcune cifre sensibili.
La decisione di Sabelli non facilita il negoziato, che secondo il timetable del governo e del commissario Augusto Fantozzi dovrebbe concludersi giovedì 11 settembre. Il capitolo esuberi si discuterà la prossima settimana, ma l’Unione piloti ha già fatto sapere che se i numeri riguardanti i piloti Alitalia non saranno «gestibili», allora dirà di no al piano. Altri sindacalisti hanno messo in dubbio la bontà della rinuncia al cargo e alla manutenzione, altri ancora hanno chiesto lumi sulla flotta e sulle tratte, in particolare quelle a lungo raggio. «Le perplessità aumentano», dicono gli assistenti di volo.
Argomenti di cui si discuterà nei prossimi giorni, insieme con il punto più caldo, quello degli esuberi.

Nell’attesa, Sacconi lancia un appello ai sindacati perchè si evitino «agitazioni e scioperi preventivi, fondati su informazioni distorte e timori che nello stesso incontro governo-sindacati si sono dissolti». Scioperi sregolati potrebbero portare, aggiunge il ministro, alla precettazione. Sacconi esclude, infine, che Air France possa diventare azionista di maggioranza della nuova compagnia.

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