da Roma
Donna castigata o donna di facili costumi? Antinomia inconciliabile. Almeno nella realtà: perché nelle favole, invece, una Sabrina tata amorevole e casta, può benissimo convivere con una Sabrina spogliarellista e sexy. «Nella realtà io mi sento più simile alla tata; mentre non ho nulla da spartire con la spogliarellista. Però fare lattrice vuol dire anche questo: cercare, talvolta, di conciliare gli opposti». Dovrebbe essere appunto lunione degli estremi lattrattiva di Anna e i cinque: la «favola moderna» che Canale 5 trasmetterà per sei serate a partire da martedì. E che, nei panni (pochi) della «stripteuse» notturna che di giorno veste quelli (abbottonati) della governante, vede lattrice più versatile e popolare della fiction tv: Sabrina Ferilli.
«Dopo tante miniserie drammatiche, dopo tante storie scure e tormentate, oggi sento il bisogno di tornare alla solarità della commedia - confida lattrice -. E poi il successo in tv di Due imbroglioni e mezzo, e al cinema di Tutta la vita davanti, me lo conferma: anche al pubblico piace vedermi alle prese col divertimento».
Divertimento coniugato, stavolta, ai toni della favola.
«Sì: perché la storia di Anna, questa spogliarellista notturna che per sbarcare il lunario di giorno fa la governante, finendo per innamorarsi del ricco padre dei cinque bambini di cui si occupa, ha tutte le caratteristiche della fiaba. Mi ricorda Mary Poppins o Tutti insieme appassionatamente. Per non dire di Cenerentola. Però limpegno di Monica Vullo, la regista, e di tutti gli interpreti assieme a me (Pierre Cosso, Riccardo Garrone, Jane Alexander) è stato anche quello di calare il format spagnolo da cui è tratta - Ana y los siete: una sit-com da più di duecento puntate - in un contesto più nostro e più reale».
Una donna in cui convivono il diavolo e lacqua santa. Lo sdoppiamento della personalità è qualcosa che le appartiene?
«Assolutamente no. Col personaggio di Anna ho in comune il temperamento, lenergia, limpeto; ma non riuscirei mai ad essere di giorno in un modo e la notte nellopposto. La tata può somigliarmi nellamore per la discrezione; mentre l'esibizionismo della stripteuse è contrario alla mia personalità».
E poi il direttore della fiction Mediaset parla di Anna e i cinque come dun prodotto per famiglie...
«Ma certo! La mia è, in realtà, una spogliarellista molto casta. Mi esibisco in cinque numeri, basati su altrettante canzoni, ma le coreografie le firma Bill Goodson, col quale già lavorai nello show La bella e la bestia. Così la sensualità sarà tutta nei movimenti, nelle allusioni. Non certo nei fatti».
Mentre quandè governante costumata, deve dividere la scena con cinque bambini. Situazione difficile?
«So quel che si dice: sul set un attore deve temere solo due cose. Bambini e animali. Ma ormai io sono esperta: nei miei film ho avuto a che fare spesso coi bambini. E ho imparato che dipende tutto dal primo momento: se riesci a risultare subito simpatica, il più è fatto».
Questo ritorno alla commedia può anche essere stato stimolato dai numerosi premi - Nastro dArgento, Globo dOro, Ciak dOro - meritatamente conquistati con la commedia di Virzì?
«Quei premi mi hanno gratificata più umanamente che professionalmente. Nella mia carriera ho sempre cercato di fare scelte sincere, anche se sembravano anomale. Feci Commesse in tv dopo essere stata al Festival di Berlino con Ferreri, quando dalla gente di cinema la fiction era ancora considerata squalificante. Accettai di lavorare in Rugantino di Garinei e Giovannini, e restare lontano dai set per dieci mesi, quando il musical era ancora ritenuto un lavoro da vecchie. Ma questi premi a Tutta la vita davanti vengono proprio dalla gente di cinema; e questo significa per me che, finalmente, anche lambiente ha capito che io cerco di scegliere in base al mio giudizio. Non in base a quello degli altri».
E a proposito di scelte: quali sono i suoi prossimi progetti?
«Per il cinema, da fine ottobre I nuovi mostri di Enrico Oldoini. Per il teatro, con Gigi Proietti, dopo due anni di repliche de La presidentessa, stiamo pensando a una nuova edizione de La vedova allegra. Ancora voglia di divertire e divertirsi, insomma!».
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