Sacconi: nessuno è sotto scacco per Eluana

Prosegue il caso Englaro: il ministro replica alle accuse del governatore Bresso di intimidire gli ospedali privati: "Ci sono solo leggi da applicare". Ma l'offerta della presidente di accogliere la ragazza per farla morire divide anche i medici piemontesi

Sacconi: nessuno è sotto scacco per Eluana

Roma - «Non metto sotto scacco nessuno, ho fatto soltanto una ricognizione delle leggi da applicare». Per la seconda volta in pochi giorni il ministro del Welfare, Maurizio Sacconi, posto sotto accusa per il suo intervento nella drammatica vicenda di Eluana Englaro, questa volta dal presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso,interviene in difesa della linea scelta dal governo rispetto alla sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione per chi si trova in uno stato di coma vegetativo persistente. Sospensione dichiarata illegittima da Sacconi.

L’altro giorno è arrivata la sentenza di condanna per Sacconi da parte della Bresso che ha offerto la sua disponibilità ad accogliere Eluana in una struttura pubblica «perché quelle private sono sotto scacco del ministro», citando pure la Cassazione che ha dato il via libera alla sospensione della somministrazione di cibo ed acqua per la donna, come da tempo chiede il padre di Eluana, Beppino Englaro.

Visto che la clinica che aveva dato la disponibilità si era poi tirata indietro, la Bresso ha ritenuto giusto scavalcare la decisione di Sacconi offrendo ai familiari di Eluana il ricovero finalizzato alla morte in Piemonte. «Non spetta al servizio sanitario nazionale, che ha il compito di curare, eseguire la sentenza per portare alla morte Eluana - osserva però il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella -. Il Piemonte incontrerà grandi difficoltà. Vanno rispettate tutte le normative. Anche la convenzione sui diritti dei disabili. Sottrarre nutrizione e idratazione ad un disabile significa ledere un suo diritto primario».

Il rischio di commettere un atto illegittimo desta preoccupazione fra i responsabili delle strutture sanitarie del Piemonte che si schermiscono, osservando che per ora non esistono richieste ufficiali da parte della famiglia. Se il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, si è dichiarato d’accordo con la Bresso, le posizioni su un tema tanto delicato non sono compatte neppure all’interno del Pd che infatti non è neppure riuscito a produrre una proposta unitaria sul testamento biologico. Troppo distanti le posizioni dei teodem come Paola Binetti da quelle dei cattolici «adulti» (come li avrebbe definiti Romano Prodi) rappresentati dal senatore Ignazio Marino. Il punto dello scontro è proprio quello dell’idratazione e della alimentazione che per i teodem rappresentano comunque «beni indisponibili» e non terapie, qualificabili come accanimento terapeutico.

Duro anche Marco Calgaro sempre Pd: «Sospendere idratazione ed alimentazione vuol dire condannare il paziente ad una morte lenta».

E mentre un gruppo di eurodeputati pone la questione anche in un’interrogazione alla Commissione Ue, oggi il Tar della Lombardia deciderà se annullare il provvedimento con cui Formigoni ha vietato a tutte le strutture sanitarie lombarde di procedere alla sospensione della nutrizione di Eluana.

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