Cronaca locale

Un salasso da 68 euro al giorno

Cinquantacinque euro al giorno. Ovvero più di 20mila euro all’anno. E’ questo il costo medio a carico degli anziani (quindi delle loro famiglie) ricoverati nelle Residenze sanitarie assistenziali lombarde.
Le rette degli ospizi (647 quelli accreditati in Lombardia) sono aumentate in media del 3% tra 2008 e 2009, passando da 53 a 55 euro al giorno. Carissime Milano, dove una giornata di degenza costa 68 euro e Monza e Brianza, intorno ai 62 euro. Un ricovero low cost invece si può trovare nella zona Vallecamonica-Sebino (39 euro circa) e nei dintorni di Sondrio (40). Si tratta di cifre che pesano interamente sul bilancio delle famiglie degli anziani ricoverati. La Regione, infatti, contribuisce versando il 48% dell’importo totale. Restano, tuttavia, i circa 1.670 euro mensili (20mila annuali) che le famiglie devono versare alle Rsa. Con un altro problema: chi non si può permettere un ricovero a Milano, viene «esiliato» in provincia, dove i costi sono minori, così come le visite dei parenti.
«Le rette - spiega Giulio Boscagli, assessore ai Servizi sociali e alla Famiglia della Regione Lombardia - sono aumentate perchè sono più alti i costi che le varie case di cura devono affrontare. Ci stiamo muovendo per differenziare i canoni (ora sono uguali per tutti, ndr), adeguandoli ai parametri Isee, al reddito della famiglia».
Oltre ai prezzi, anche il numero delle case di riposo cresce a vista d’occhio. Secondo un rapporto della Cisl regionale, in dieci anni gli ospizi sono aumentati del 34%, di pari passo con il progressivo invecchiamento della popolazione. Anche le persone non autosufficienti sono in crescita: circa il 35% degli ultraottantenni lombardi soffrono di forme più o meno gravi di disabilità. Per questo motivo, un accordo nel 2008 stabilisce che gli anziani in stato vegetativo ospiti della case di riposo sono totalmente a carico del servizio sanitario regionale. Ma c’è chi pensa che ancora non si sia fatto abbastanza: «L’aumento delle rette - spiega Alfredo Costa, segretario del sindacato dei pensionati italiani (Spi) di Milano, con deleghe alla negoziazione sociale, territoriale e sanitaria - non segue la crescita dei costi della vita. Le Rsa, conseguito l’accreditamento da parte della Regione, gestiscono in modo autonomo e privatistico i loro soldi e le istituzioni non controllano la loro politica finanziaria». Non sembra neppure esserci una correlazione tra i prezzi più elevati e i servizi offerti dagli ospizi. «Da un ricerca che abbiamo compiuto - aggiunge Costa - emerge chiaramente che le Rsa con le rette più alte non sono affatto quelle che offrono i servizi migliori. La Regione stanzia 1,4 miliardi di euro all’anno: dovrebbe preoccuparsi di distribuire meglio i fondi».
Ultimo capitolo sono le pensioni dei degenti.

La crescita dei vitalizi non solo è stata molto contenuta, ma a gennaio 2010 c’è stata una trattenuta dell 0,1% nella busta paga dei pensionati, per effetto, in tempi di crisi, di un’inflazione programmata più alta di quella reale.

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