Gian Marco Chiocci
nostro inviato a Salerno
Un ex sindaco, oggi deputato Ds. L'attuale sindaco, Ds. Un assessore, Ds. Un consigliere comunale, Ds. Mezza giunta del tanto decantato «laboratorio politico» salernitano è sottinchiesta per reati che spaziano dallassociazione a delinquere al riciclaggio, dalla truffa al falso, dalle violenze e minacce a pubblico ufficiale ai collegamenti con la camorra. Ma nel mare delle carte giudiziarie ci sono specifici riferimenti ad alcuni parlamentari intercettati dai carabinieri mentre parlano con gli indagati. Dialoghi top secret, assolutamente da non divulgare, come scrive il pm Gabriella Nuzzi nei motivi dappello avverso lordinanza di rigetto delle misure cautelari (avanzate tre volte e tre volte respinte dal gip) nei confronti del deputato Vincenzo De Luca: «Le parti concernenti le intercettazioni telefoniche indirette del parlamentare De Luca Vincenzo e di altri parlamentari - si legge nel documento - sono state segretate con divieto assoluto di pubblicazione del contenuto delle conversazioni, e sostituite con copie riportanti omissis nelle parti corrispondenti». Si punta a Roma, dunque. E pensare che lanno si era aperto nel peggiore dei modi per il Re Sole parlamentare di Salerno. La Procura continua a chiedere il suo arresto in merito a più filoni dindagine collegati alle varianti urbanistiche, ai casi della costruzione della centrale termoelettrica da parte della Energy Plus, allillecita gestione dei suoli industriali ex Ideal Standard per non parlare del parco marino a tema (Seapark). Procedimenti penali per i quali sono state richieste le manette anche al sindaco Mario De Biase con il coinvolgimento di decine di indagati fra imprenditori, sindacalisti, assessori, impiegati del Comune, consulenti, tecnici di vario genere e titolo. E la Procura locale lha chiesto con veemenza, larresto di De Luca, sottolineando come il gip abbia comunque riconosciuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine a reati importanti, ma non allassociazione per delinquere. Su di lui - si legge nellappello - convergano sempre più prove e sempre più indizi. A cominciare dalle confessioni dellarchitetto Fausto Martino, assessore «pentito» allurbanistica, o «agli esiti degli accertamenti tecnici in materia urbanistico-edilizia, contabile e bancaria». Il pm polemizza duramente col gip, che gli ha risposto picche su due richieste darresto dimenticandosi di affrontare e motivare la prima, la più grave. Il sostituto Nuzzi è devastante nei suoi motivi dimpugnazione anche perché solleva inquietanti interrogativi sul ruolo ricoperto da uno o più colleghi che avrebbero spifferato agli indagati notizie coperte dal segreto, violando il sistema informatico della Procura. «Il costante interesse degli indagati a conoscere gli sviluppi dellattività investigativa in corso - osserva il pm Nuzzi - arriva sino ad acquisire tramite contatti con gli ambienti giudiziari salernitani, notizie riservate sullo stato del procedimento». Tentativi mirati a conoscere lo stato delle indagini non solo a Salerno, ma anche a Roma poco prima di unudienza da tenersi in Cassazione. Fughe di notizie e violazioni del segreto istruttorio «istituzionali» riscontrate in decine di intercettazioni: ecco su cosa si basa la caccia al «giudice amico», allhacker in toga, avviata a tempo di record dallautorità giudiziaria napoletana che proprio su input della pm donna e del procuratore capo Luigi Apicella avrebbe già convocato un paio di pm della Procura di Salerno.
Se ci sarà da scrivere parecchio sullennesima lotta intestina allufficio giudiziario che per anni è stato accusato di sospetto immobilismo, oggi cè da andare a fondo di altri gravissimi scandali sollevati, in tempi non sospetti, dalliperattivismo di un consigliere comunale di Forza Italia, Antonio Pierro, picchiato da loschi figuri, denunciato dai politici oggi indagati, miracolato da un colpo di pistola esploso allindirizzo del suo ufficio. E anche grazie alle sue battaglie in consiglio comunale che è saltato il tappo del Piano Regolatore Generale, mai approvato. Tredici anni fa la giunta sera presa limpegno di redigere il Prg al massimo in 36 mesi con un costo che non doveva superare i 550 milioni di lire, che sono diventati 3 miliardi e mezzo, e 13 in totale. Sera affidata allarchitetto catalano alla moda, Oriol Bohigas, inutilmente. Si è andato avanti a varianti su varianti, a denunce su denunce, allapertura di sempre più inchieste, fino agli scandali dei giorni nostri. Che oggi vede nei guai lattuale sindaco De Biase anche per la lottizzazione di Borgo Picarelli, cinquecento alloggi da destinare alle famiglie degli operatori di polizia, diventato un appezzamento residenziale con costi da capogiro per singoli appartamenti. Se sul fronte delle mani sporche sulla pubblica amministrazione la giunta Ds non se la passa bene, sulle accuse di collusioni mafiose rischia davvero una Caporetto. A maggio un assessore Ds, Nino Savastano, si è visto costretto a dare le dimissioni allennesima indiscrezione su una sua presunta colleganza alla criminalità organizzata. Ha giurato di non sapere nulla delle affinità elettive disvelate da un pentito del clan DAgostino al pari di Enzo Bove, consigliere alla movida, arrestato per camorra (e ieri scarcerato): entrambi hanno snobbato i legali dufficio del partito preferendo un avvocato dichiaratamente di destra, Michele Tedesco.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.