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Salerno, ok alla consegna in ritardo: «C’era traffico»

Salerno, Italia. Dove le liste elettorali presentate in ritardo vengono ammesse dalla Corte d’Appello perché lì «c’è traffico». La storia raccontata ieri dal Tempo di Roma assomiglia a una barzelletta che nel dramma delle liste di centrodestra escluse in Lombardia e nel Lazio però non fa ridere, anzi. È tutto scritto, nero su bianco, negli atti parlamentari e nelle cronache locali di meno di un anno fa. A Salerno, feudo del sindaco Pd Vincenzo De Luca detto lo «sceriffo», oggi candidato alla Regione Campania, si corre per le elezioni provinciali. Ad appoggiare il centrosinistra ci sono i Liberaldemocratici dell’ex sottosegretario alla Giustizia Daniela Melchiorre. La lista viene presentata in ritardo e viene respinta. Come nel caso di Roma, uno dei delegati alla presentazione è arrivato in orario, poi è uscito ma al ritorno ha trovato i cancelli chiusi.
Nel ricorso alla Corte d’Appello i legali del movimento scrivono: «La commissione elettorale della Corte d’Appello, al momento della chiusura delle porte avrebbe dovuto verificare quali presentatori della lista fossero presenti e se qualcuno fosse rimasto fuori, accettando comunque la documentazione che arrivava in ritardo ma mettendolo a verbale l’orario di arrivo». L’amministrativista che ha compilato la pratica deve essere stato convincente, visto che la lista viene riammessa. La motivazione è semplice: sono state rilevate «cause di forza maggiore, dovute al traffico» che hanno impedito a chi presentava le liste di arrivare in orario e coi documenti a posto. Una «scusa» corroborata dall’illustre parere del comandante locale dei Vigili urbani, al secolo Eduardo Bruscaglin, che ha «documentato» l’ingorgo, verbalizzando quanto segue di suo pugno: «Sabato è stata chiusa la Salerno-Reggio Calabria tra Fratte e Pontecagnano per lavori di ammodernamento e tutto il traffico si è riversato sulla tangenziale, con un notevole caos che si è esteso anche al raccordo tra Salerno e Mercato San Severino».
Applausi. Il commento trionfante del responsabile organizzativo dei Liberaldemocratici salernitani è stato: «Il nostro è stato solo un incidente di percorso che poteva capitare a qualsiasi altro partito. Siamo usciti fuori da questa vicenda nel miglior modo possibile».
Tutta la storia viene denunciata dai senatori Pdl Antonio Paravia e Vincenzo Fasano in un’interrogazione parlamentare lo scorso 27 maggio, non senza il contorno di pesanti accuse allo stesso De Luca, mettendo in evidenza «la vicinanza politica tra il sindaco e la lista di centrosinistra» e ipotizzando un «comportamento compiacente della Polizia municipale». Un’accusa confermata dal fatto che «uno dei candidati della lista interessata nonché sindaco di Corbara, dottor Rino Pauciulo, avrebbe utilizzato un’autovettura della Polizia municipale del suo Comune per recarsi con urgenza presso la commissione elettorale della Corte d’appello di Salerno, il giorno di scadenza del termine per la presentazione delle liste».
Nella risposta scritta, il sottosegretario leghista all’Interno Michelino Davico aveva commentato: «La Corte d’Appello ha applicato il principio del favor admissionis, volto a consentire la più ampia partecipazione dei gruppi alla competizione elettorale».

Secondo la giurisprudenza ricorrente, ha aggiunto Davico, «è da ritenersi valida la presentazione tardiva della lista quando lo scostamento orario è minimo e ascrivibile a circostanze non imputabili ai soggetti interessati». Princìpi questi che evidentemente valgono solo a sud di Roma. E solo per una parte politica.
felice.manti@ilgiornale.it

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