Il salone di bellezza che indebita le clienti

Varcare una porta per perdere qualche chilo e ritrovarsi indebitati con una finanziaria, senza aver usufruito di alcun trattamento e senza possibilità di uscita. In alcuni istituti di bellezza genovesi è possibile e a farne le spese sono ancora una volta gli ignari consumatori.
Nonostante la crisi economica, infatti, sono sempre di più gli italiani che fanno acquisti nel mercato del benessere e crescono quindi pure coloro che ricorrono a prestiti per far fronte a dispendiose fatture di massaggi e terapie naturali.
Non tutti, però, sono consapevoli di contrarre debiti a causa di una mediazione a volte poco trasparente da parte di chi opera nel settore.
«Sono stata contattata da un istituto del centro di Genova - racconta Maria, ventenne con qualche problema di cellulite - e al primo appuntamento mi è stata subito proposta la soluzione della finanziaria come se fosse un normale pagamento rateale totalmente gestito dalla segreteria dell'istituto e quasi privo di oneri. Solo all'uscita mi sono resa conto che veniva applicato un tasso di poco inferiore al 19% per rate distribuite in 24 mesi». Insomma, si firma un foglio tra oli profumati e lettini rilassanti e ci si ritrova a pagare rate per mesi e mesi con interessi fino al 24% a un istituto terzo che ha ben poco a che fare con la salute psicofisica.
Ma non è tutto. Può anche capitare di dover saldare il conto senza aver usufruito totalmente o in parte del servizio. Spiega Emanuele Guastavino, presidente dell'Adoc Genova: «Una nostra assistita ha sottoscritto un contratto per una serie di nove sedute presso un istituto di bellezza e ha sottoscritto contestualmente un contratto con una finanziaria per la rateizzazione dei pagamenti che coincideva con il numero delle sedute. Dopo solo due sedute l'istituto di bellezza ha chiuso ed è stato messo in liquidazione. Pertanto la cliente non può beneficiare delle restanti sette sedute. Naturalmente, però, alla nostra assistita le rate vengono richieste in toto».
Chi accetta infatti questa forma di pagamento si sgancia dal centro con cui si è relazionato fino a quel momento e contrae un debito come se fosse andato a richiedere del denaro per far fronte a spese varie. «Purtroppo non sembra facile dimostrare - continua Guastavino - che si sta pagando per servizi non resi. Anzi, l'obbligazione contratta con la finanziaria rimane assolutamente indipendente anche perché è probabile che l'istituto di bellezza abbia ottenuto in anticipo il pagamento di servizi che in seguito non avrebbe reso».


Come possono quindi difendersi i consumatori da queste pratiche scorrette? «Mai stipulare finanziamenti che prevedono l'impegno a pagare prima di aver in mano merci o servizi conformi a quanto ordinato - consiglia il presidente dell'associazione di consumatori che ha ricevuto segnalazioni simili anche per l'acquisto di mobili - a posteriori diventa estremamente difficile e comunque costoso far valere i propri diritti. Ci vorrebbe un intervento legislativo in merito».

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