Il Salone Nautico salpa oggi per fare un miliardo di affari

Il mercato cresce soprattutto per le barche più lussuose: Italia leader nella produzione

Il Salone Nautico salpa oggi per fare un miliardo di affari

Ancora più grande, ancora più bello. E sempre più ricco. Anzi, da ricchi. Il 48° Salone Nautico di Genova apre oggi alla presenza del ministro delle Attività Produttive, Claudio Scajola, con una vetrina sul lusso da togliere il fiato. Perché nonostante la crisi che costringe le famiglie a stringere la cinghia, le previsioni degli addetti ai lavori è che in questi dieci giorni genovesi si concludano contratti per un miliardo di euro, un terzo della produzione italiana di tutto l’anno. Lo spiega, nell’anteprima riservata alla stampa, il presidente di Ucina Anton Francesco Albertoni che descrive con entusiasmo un comparto appena sfiorato dalla crisi del rincaro del petrolio («i consumi di carburante nell’estate passata sono scesi del 20 per cento rispetto allo scorso anno»), ma che, politica permettendo, può dare ancora molto all’azienda Italia. E se alla Liguria va la palma della regione con più approdi turistici, il resto dello Stivale dovrebbe dotarsi ancora di 39mila posti barca che produrrebbero da soli circa 9.500 posti di lavoro, nel rapporto 4 a uno.
L’industria italiana, poi, non conosce confini, se è vero che copre il 51 per cento della produzione internazionale sulle navi oltre i 24 metri e solo l’anno scorso era al 46 per cento. I sette grandi cantieri italiani inseriti nella lista dei primi dieci al mondo produrranno tra il 2008 e il 2009 ben 530 grandi imbarcazioni. Per crescere ancora servirebbero altri approdi, magari modificando il decreto Burlando per consentire il recupero di spazi per il diporto nelle strutture mercantili abbandonate.
Ma la nautica, ripetono gli esperti, non può restare roba da ricchi e nonostante una flessione specifica del 6 per cento nel piccolo diporto il Salone di quest’anno ha deciso di rivoluzionare gli spazi e di concedere il Padiglione S proprio alle barche piccole, fino a 12 metri, quelle definite da Albertoni «il primo acquisto». Scelta che non ha trovato tutti d’accordo, soprattutto chi, fra i piccoli produttori, si è sentito un po’ schiacciato dalla presenza dei grandi, che avrebebro conquistato gli spazi migliori. I numeri del Salone parlano da soli: lungo 9 chilometri di lunghezza di esposizione ci sono 2.500 imbarcazioni da oltre trenta Paesi. Ammiraglie due gioielli del made in Italy: il baglietto 53 metri «Gitana» per le imbarcazioni a motore e il Perini Navi 45 metri «Heritage» per le vele. Al piano superiore del Padiglione S sono posizionate le strumentazioni elettroniche e le attrezzature per la pesca sportiva oltre ai servizi (bancari e leasing). Al piano terra del nuovo padiglione B imbarcazioni a motore dai 6 ai 16 metri, al primo piano i gommoni e i megagommoni. Darsena dedicata alla vela con duecento imbarcazioni esposte.
Oggi l’inaugurazione e l’apertura al pubblico. I vertici di Fiera e Ucina attendono anche l’arrivo del Sottosegretario alle Presidenza del Consiglio Michela Brambilla, «con la quale - ha detto Albertoni - potremo affrontare il tema dell’attività dell’osservatorio del turismo nautico che abbiamo fortemente voluto», ma ci saranno anche Roberto Castelli sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture, e Guido Crosetto, sottosegretario alla Difesa. Ieri mattina a presentare in anteprima le novità del Salone insieme ad Albertoni c’erano il presidente della Fiera Paolo Lombardi e l’amministratore delegato Roberto Urbani. Si notava l’assenza del segretario generale di Ucina, Lorenzo Pollicardo, figura cardine di tutte le edizioni passate del Salone. Nonostante lo stretto riserbo mantenuto fino a ieri mattina da Ucina è trapelata la notizia che l’ingegnere Pollicardo «è temporaneamente sospeso dall’incarico». Bocche cucite, all’interno di Ucina, sui motivi della decisione. «Il rapporto si è dovuto temporaneamente sospendere» si è limitato ad affermare il presidente Albertoni, che non ha voluto aggiungere altro. Tuttavia una chiave di lettura potrebbe essere letta in una spaccatura interna tra i rappresentanti dei produttori nautici: da una parte i sostenitori delle grandi aziende e dall’altra chi tutela i piccoli che dal Salone non sarebbero stata abbastanza valorizzati. Punta dell’iceberg del malumore la defezione della casa editrice Mursia che per la prima volta, dopo decenni di presenza ininterrotta, non avrà al nautico il proprio stand con il catalogo di editoria marinaresca. Il motivo? Il salone è diventato troppo d’elite, indirizzato solo ai magnati, spiega Fiorenza Mursia presidente della casa editrice: «Si allargano a dismisura gli spazi per quella che il gergo degli addetti ai lavori definisce “la nautica per i magnati russi”, si restringono gli spazi per tutto quello che non si piega al gigantismo finanziario, che sembra essere diventato il pensiero unico della nautica italiana».

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione, assunta dal Salone, «di dimezzare lo spazio da noi richiesto e di non confermare il luogo che da decenni è una tappa obbligata per chi cerca le pagine di mare». Il Salone sarà aperto tutti i giorni fino al 12 ottobre dalle 10 alle 18.30. 14 euro il biglietto intero e 11 il ridotto. Gratis bimbi fino a 6 anni.

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