Nella Regione Lazio guidata da Piero Marrazzo anche lesecuzione di un semplice test di laboratorio diventa una mission impossible. Emblematico in tal senso il parapiglia scoppiato ieri mattina al policlinico Umberto I, dove un gruppo di persone in attesa di potersi sottoporre ad esami clinici alla II Clinica medica ha atteso invano per ore. Quando è stato comunicato loro che non avrebbero potuto compiere gli esami prenotati da tempo, hanno cominciato a protestare vivacemente, tanto che è dovuta intervenire la polizia per riportare la calma. Su quello che è successo in quei concitati momenti le versioni divergono: fonti interne allospedale sostengono che «i disagi sono nati a causa di una mancanza di circa il 25 per cento del personale tecnico e infermieristico» e che «i pazienti sono stati rimandati a casa anche se avevano la visita prenotata da tempo». Per la Cisl, invece, i disagi sono «dovuti alla fisiologica carenza estiva del personale assente per ferie» e «i pazienti non visitati erano tutti codici bianchi che dopo ore di attesa hanno deciso, spontaneamente, di non sottoporsi agli esami». Anche il Policlinico cerca di minimizzare parlando della protesta di una sola donna che aveva prenotato oltre due mesi fa lanalisi del colesterolo compresa in una lista di esami - tra cui alcuni urgenti come la lipasi - in questo momento non disponibili per ritardi nelle consegne dei reagenti. Dopo le proteste lanalisi in questione è stata effettuata nel Dipartimento di emergenza.
Sulla vicenda il Codici ha presentato un esposto alla Procura ipotizzando il reato di interruzione di pubblico servizio, mentre il senatore di An, Cesare Cursi (vicepresidente della commissione Sanità) già nei giorni scorsi aveva chiesto limmediato intervento del governo per sbloccare la serrata messa in atto dai circa 600 laboratori privati diagnostici operanti nel Lazio, per protesta contro i tagli del 50 per cento al tariffario e del 40 per cento al budget disposti dalla Regione. «Quanto accaduto al Policlinico - accusa Cursi - dimostra che si registrano enormi difficoltà anche nelle strutture ospedaliere pubbliche per semplici esami di routine.
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