F rancesco Saverio Borrelli fa un ripasso degli anniversari di punta del 2008, quindi va dritto a quello che, oltre al sessantesimo della Costituzione, gli sta particolarmente a cuore. E sono i due secoli dalla fondazione del Conservatorio di Milano, l'istituzione che, finita l'era Francesco Micheli, lo ha voluto presidente. È fitto il carnet di appuntamenti pro-compleanno tra convegni, concerti, festival e maratone musicali. Lo benedice il direttore del Conservatorio, Bruno Zanolini, il sindaco Letizia Moratti, ex allievi ora celebrità, tutti lì a presentare le iniziative che decollano l'11 ottobre con Daniele Gatti, fra l'altro direttore della futura prima scaligera, impegnato in un concerto con l'Orchestra della scuola milanese. Tuttavia il brindisi di questo istituto, che nel suo genere è il faro d'Italia, si incrocia con un progetto ministeriale volto a dare una sforbiciata alla lista di conservatori di casa nostra. Troppi, considerato il non proprio florido mercato musicale. Troppi, se si pensa che il Conservatorio, per sua natura, dovrebbe essere destinato a pochi eletti. Borrelli cosa ne pensa dell'iniziativa? «Sì, effettivamente i Conservatori sono più del dovuto. Tuttavia prima di partire dall'alto, cioè dai conservatori, bisognerebbe riformare il livello di formazione di base facendo in modo che ai conservatori arrivi solo l'eccellenza». Così come, sempre secondo Borrelli, andrebbe rivista la legge del 1999 legata alla riforma degli istituti d'arte (musica compresa), una legge che non ha tenuto conto del tutto «della specificità degli studi musicali», rimarca l'ex magistrato e cultore di musica. Borrelli vorrebbe incentivare la sinergia con gli istituti di alta formazione di Milano, sostenere gli studenti nella fase di passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, ovviare alle carenze logistiche. E soprattutto destare interessi intorno al Conservatorio, in breve: urgono atti di generosità. Perché il Conservatorio di Milano ha tante belle idee per la testa, ma ci vorrebbero più quattrini per tradurle in atto. Il sindaco assicura di sentire «il Conservatorio parte di questa città». E le celebrazioni vanno in direzione di una proiezione internazionale che l'istituto intende coltivare. La Moratti spiega che in una città alle porte di Seul, il conservatorio milanese aprirà una sezione staccata destinata a 500 studenti. Così come ha avviato trattative con il ministero della Cultura ed Esteri affinché le eccellenze siano coinvolte nelle iniziative promosse dagli Istituti italiani di cultura nel mondo. Internazionalità a tutto campo anche per Zanolini. Il pianista Bruno Canino, come Abbado, Chailly, Francesconi, Muti eccetera eccetera, celebre ex del Conservatorio, da impagabile concreto passa ai numeri. Pensa ai 200 studenti degli anni Cinquanta ora moltiplicati per 8, e un po' perplesso lo è.
Ma con la cognizione di causa di chi la musica e l'insegnamento li ha vissuti sulla propria pelle, e in modo totale, menziona le eccellenze che l'istituto ha saputo crescere. E che l'Italia dovrebbe lanciare. A proposito di sinergie.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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