Salute

Atrofia vulvo-vaginale: la nuova cura efficace

Dopo 12 settimane di trattamento con prasterone, si sono notati miglioramenti superiori anche al 40%

Atrofia vulvo-vaginale: la nuova cura efficace

Può interessare fino al 50% delle donne in menopausa e post-menopausa. L'atrofia vulvo-vaginale è una condizione caratterizzata dalla progressiva trasformazione del tessuto vaginale e vulvare conseguente alla fisiologica carenza di estrogeni. Sebbene abbia un impatto significativo sulla qualità della vita di chi ne è affetto, questo disturbo è ancora sottovalutato, tanto che il 63% dei soggetti non sa di avere a che fare con una situazione cronica, destinata a peggiorare nel tempo. Prima di entrare in menopausa, il corpo della donna produce ormoni particolari chiamati estrogeni. Essi, tra le altre cose, contribuiscono a lubrificare le pareti e a regolare l'equilibrio della flora batterica della vagina. Con l'interruzione della fertilità, il quantitativo di estrogeni si riduce in maniera drastica, con una conseguente modificazione della struttura dei tessuti vaginali. Tale carenza può altresì verificarsi a causa di un intervento chirurgico o in seguito a cicli chemioterapici. Vari sono i sintomi dell'atrofia vulvo-vaginale. Bruciore, secchezza, prurito, infiammazione e dolore durante i rapporti sessuali. Tuttavia anche le donne non sessualmente attive si ritrovano a dover fronteggiare il problema. I tessuti vaginali, infatti, perdono la normale elasticità e sono più secchi. Di conseguenza è più facile che si verifichino microtraumi ed escoriazioni con possibili sanguinamenti.

L'impatto sulla vita della donna e della coppia è notevole. Attualmente tra le opzioni terapeutiche disponibili si prediligono la terapia ormonale sostitutiva per via sistemica, quella estrogenica vaginale locale o i lubrificanti vaginali, come l'acido ialuronico. Una nuova speranza è data da un nuovo efficace prodotto sotto forma di ovuli vaginali a base di prasterone. Si tratta dell'equivalente sintetico del deidroepiandrosterone (DHEA), biochimicamente e biologicamente identico al DHEA umano endogeno. La sua efficacia è stata testata con due studi condotti negli Stati Uniti e in Canada su donne in post-menopausa di età compresa tra i 40 e gli 80 anni. Dopo 12 settimane di trattamento, si sono notati miglioramenti superiori anche al 40%.

Notevoli anche i risultati relativi a desiderio, lubrificazione, eccitazione, orgasmo, dolore e soddisfazione.

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