BAMBINI SOVRAPPESO È una «decisione» delle mamme Già in gravidanza

L'80% delle madri vede nel figlio obeso «il ritratto della salute» e non lo aiuta a cambiare abitudini alimentari

Maria Sorbi

Mamme, sveglia! Mettetevi in testa che se vostro figlio diventerà obeso sarà principalmente colpa vostra. I pediatri cominciano ad essere impietosi nei confronti delle madri che concedono merendine, succhi di frutta con zuccheri aggiunti e cibo spazzatura senza limite.

A dire che le mamme-chiocce debbano cambiare rotta interviene anche la scienza. Uno studio condotto da un team di ricercatori guidato da Dario Gregori dell'Unità di Biostatistica, Epidemiologia e Sanità pubblica dell'Università di Padova e pubblicato sulla rivista internazionale «Obesity», dimostra che le mamme dei ragazzini sovrappeso hanno una percezione alterata del concetto di forma fisica. Cioè vedono nel figlio sovrappeso «il ritratto della salute» e sono quasi orgogliose delle sue rotondità.

Per lo studio sono stati presi in esame 2.720 bambini (di età compresa tra i 3 e gli 11 anni) in 10 nazioni in tutto il mondo (Cile, Messico, Argentina, Brasile, Germania, Francia, Italia, Regno Unito, Georgia, e India). «La quasi totalità dei bambini sovrappeso (89%) - spiega Gregori - e metà dei bambini obesi (52%) non sono stati percepiti come tali dalle proprie madri. L'Italia rappresenta uno dei Paesi con la proporzione più elevata, ovvero l'80% dei bambini sovrappeso-obesi - pari a 24 bambini su 30 sovrappeso-obesi - sono stati percepiti dalle proprie madri come normopeso».

BIMBI DIVANATI

Insomma, la cultura del piatto strapieno e del bis senza eccezioni non è ancora tramontata, causando parecchi problemi. Il 21% dei bambini è in sovrappeso, mentre il 9% risulta obeso. L'indagine dell'Osservatorio Okkio alla Salute (il sistema di sorveglianza del Ministero della Salute) evidenzia, inoltre, che la maggior parte dei bambini tra i 4 e i 10 anni adotta uno stile di vita sedentario e solo uno su 4 raggiunge la scuola a piedi o in bicicletta.

«Per contrastare l'eccesso di peso e obesità - dichiara Giuseppe Morino, responsabile di Educazione Alimentare dell'ospedale Bambino Gesù - è necessario affrontare il problema il più precocemente possibile. Per favorire una crescita sana non servono diete, ma stimoli a cambiare lo stile alimentare e di vita in generale. Regola che vale non solo per i più piccoli, ma anche per tutta la famiglia». «L'obiettivo dell'Obesity day di ottobre - aggiunge Maria Rita Spreghini, nutrizionista del Bambino Gesù è motivare al cambiamento delle abitudini dietetico-comportamentali e punta a sensibilizzare gli adulti di oggi per educare i bambini e i ragazzi: gli adulti di domani. Via dunque le cattive abitudini: meno televisione, computer e cellulare e più spazio ai cibi sani e al movimento all'aria aperta per un pieno di benessere».

Quindi spazio a spuntini a base di frutta e verdura, ad alimenti senza conservanti e il più possibile sani in base ai principi della dieta mediterranea. Evitare troppe bevande zuccherate, in primis quelle energetiche. Il fruttosio presente in molte bevande favorisce l'aumento del grasso viscerale. È fondamentale anche fare in modo che i ragazzini non passino troppo tempo sul divano nè dormano troppe ore.

GRAVIDANZA INTELLIGENTE

Ma il ruolo della mamma perché il figlio non abbia problemi di peso, comincia già dalla gravidanza: troppi chili durante i nove mesi di attesa si associano a un elevato rischio di sviluppare obesità in età evolutiva. Significa che una mamma normopeso dovrebbe aumentare di 11-16 chili al massimo, una donna sovrappeso tra i 7 e gli 11,5 chili, una donna obesa tra i 5 e i 9 chili, non di più.

Non solo. Anche il fumo con il pancione è pericoloso. Oltre che per varie altre ragioni, sembra aumentare il rischio di obesità nel bambino quando avrà circa sette anni di età, indipendentemente dal suo peso al momento della nascita. Il rischio aumenta anche se il bambino è esposto a fumo passivo quando è molto piccolo.

Da considerare anche il comportamento nei primi anni di vita del bambino: l'allattamento al seno

(possibilmente fino a 6 mesi) riduce del 12-26% il rischio di sovrappeso. Inoltre, il decalogo dei pediatri suggerisce di non introdurre prima dei quattro mesi alimenti solidi nella dieta del bebè o liquidi diversi dal latte materno.

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