Salute

I cardiologi salva-cuore

Dopo la sostituzione della valvola aortica si passa alla mitralica

Luigi Cucchi

Da pochi anni si interviene con la cardiologia interventistica anche sulle valvole cardiache: La sostituzione della valvola aortica si sta diffondendo sempre più e si esegue sui pazienti con più comorbilità, a rischio chirurgico intermedio-elevato o ai quali è sconsigliato l'intervento cardochirurgico con circolazione extracorporea. Ora si è iniziato a trattare anche la valvola mitralica. Ne parliamo con Jacopo Oreglia, il cardiologo che coordina il centro di emodinamica della cardiologia dell'ospedale Sacco di Milano, diretta dal professor Maurizio Viecca. Una struttura di eccellenza format da oltre ottanta addetti cui 24 cardiologi. Vi si svolge attivita clinica e di ricerca scientifica ed i pazienti che sono ricoverati provengono da numerose regioni.

Oreglia, si è formato all'ospedale Niguarda per poi trascorrere alcuni anni in Francia a Tolosa, in un centro all'avanguardia per l'emodinamica. A lui chiediamo quali sono le caratteristiche della procedura di riparazione della valvola mitralica, una metodica eseguita ancora in pochi centri in Italia. È la più comune malattia valvolare. In USA e in Europa colpisce oltre 8 milioni di persone, con un incremento di circa 600mila nuovi casi all'anno. «Nell'insufficienza mitralica la valvola non funziona correttamente, i due lembi di tessuto che si uniscono per chiudere la valvola presentano un difetto per cui il sangue ritorna nell'atrio sinistro (rigurgito mitralico) determinando un accumulo di sangue nel circolo polmonare e una riduzione del flusso di sangue al resto del corpo. L'insufficienza mitralica può essere espressione di una vera e propria malattia della valvola, oppure di un problema del ventricolo sinistro, in questo caso si parla di insufficienza mitralica funzionale». La valvola mitralica controlla il passaggio di sangue dall'atrio sinistro al ventricolo sinistro: la sua azione garantisce un flusso in un'unica direzione, indirizzando il sangue ossigenato proveniente dal circolo polmonare verso il ventricolo sinistro e, da qui, verso tutto l'organismo. Con le tecnologie a disposizione (Ecocardiografia, TAC, Risonanza Magnetica) e' possibile una diagnosi accurata delle diverse patologie che interessano le valvole cardiache. «Da alcuni anni è possibile trattare l'insufficienza valvolare mitralica anche con metodi mini-invasivi, le cosiddette tecniche transcatetere. Queste metodiche permettono una riparazione della valvola senza bisogno di ricorrere all'intervento chirurgico tradizionale, operando attraverso un catetere che viene inserito nel cuore per mezzo di una puntura a livello dell'inguine. Grazie alla minor invasività è possibile ridurre i tempi di recupero e trattare pazienti a rischio troppo elevato per la chirurgia tradizionale. Il trattamento transcatetere della mitrale è sicuramente delicato a causa della complessità dell'anatomia e della funzione di questa valvola e, ad oggi, la cardiochirurgia rappresenta ancora la prima scelta di trattamento in molti pazienti. Il futuro, però, è sempre più indirizzato verso le tecniche transcatetere: oltre ai dispositivi per la riparazione valvolare sono state infatti sviluppate anche protesi valvolari biologiche che, a breve, saranno disponibili per un utilizzo clinico. In questo modo non sarà solo possibile riparare una valvola mitrale alterata, ma anche sostituirla, con tecniche mini-invasive e con un basso impatto biologico per i pazienti».

La cardiologia interventistica ha grandi orizzonti.

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