Salute

Interferenti endocrini: quando la pancia di mamma diventa un pericolo

L'esposizione a sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, può causare una serie di potenziali gravi problemi di salute al bambino dopo la sua nascita: ecco di cosa si tratta

Interferenti endocrini: quando la pancia di mamma diventa un pericolo

La vita di un nascituro può dipendere anche dalle sostanze che incontra nella placenta della madre durante i mesi di gravidanza. Lo studio più importante sviluppato sulla materia da scienziati italiani e finanziato dalla Commissione europea riguarda i cosiddetti interferenti endocrini e il loro ruolo sulla vita del bambino.

Di cosa si tratta

Prima di entrare in argomento va fatta una premessa: cosa sono queste sostanze e come interferiscono con il nostro apparato endocrino? Si tratta di sostanze di vario genere e chiamate in questo modo perchè considerate in grado di interagire in vari modi con il sistema endocrino.

Come scrivono gli esperti, sono presenti nell’ambiente e possono essere di origine naturale o prodotti da attività umane. «Spesso mimano l’azione degli ormoni e interagiscono con i loro recettori. Inducono così nell’organismo reazioni che non sono state attivate dagli ormoni la cui azione è stata mimata», scrive l'Airc. Secondo una classificazione dell’Unione Europea, gli interferenti endocrini sono migliaia: si trovano sul terreno, in aria, acqua e cibi e la loro vasta diffusione è tutt'ora motivo di allarme perché alcuni tumori hanno una relazione con i sistemi ormonali e si è ipotizzato che gli interferenti endocrini potessero avere un ruolo in alcuni di questi casi.

"Non abbiamo difese"

Tornando allo studio pubblicato su Science titolato "Dalle coorti alle molecole: impatti negativi delle miscele di interferenti endocrini​", il prof. Giuseppe Testa, coordinatore della più ampia ricerca mai condotta ad oggi, ha spiegato a Repubblica che si tratta di molecole "estremamente pervasive, presenti nella vita di ogni giorno, che entrano nel nostro organismo attraverso cibo, acqua e aria e contro le quali non abbiamo protezioni o quasi". I nomi sono quasi impronunciabili: bisfenoli, ftalati, pfas e "moltissime altre” aggiunge l'esperto. Tra i circa 4mila interferenti endocrini che ci circondano, i ricercatori italiani e stranieri si sono concentrati in 15 di essi, trovati nel sangue e nelle urine di un gruppo di duemila donne svedesi in gravidanza. «Viste singolarmente, queste sostanze rientrano tutte nei limiti di legge. Il problema è che nessuna norma prende in considerazione il loro effetto combinato. E messi tutti insieme, gli interferenti endocrini possono essere davvero pericolosi. Il nostro studio lo prova in modo solido», sottolinea Testa.

Cosa succede alla placenta

Nello specifico, quindi, cosa succede alla donne incinte? Nel 10% di 1.800 del gruppo donne con valori alti di interferenti endocrini più alti, si è visto che è aumentato di 3,3 volte la possibilità che il bambino soffrisse di un problema nello sviluppo neurologico e problemi al linguaggio rispetto al 10% che presentava valori più bassi. «Il 54% dei neonati è entrato in contatto, attraverso la placenta della madre, con concentrazioni pericolose. E i bambini più esposti a 30 mesi usavano meno di 50 parole, un valore usato come indice di un ritardo significativo del linguaggio», affermano gli esperti. I ricercatori hanno fatto dei test sugli organoidi cerebrali, alcune parti del cervello sviluppati in laboratorio grazie alle cellule staminali: quelle sostanze hanno interferito con la produzione di vari ormoni tra cui quello della tiroide.

In fase di sviluppo all'interno dell'utero della madre, questa condizione ha prodotto un ritardo dello sviluppo del cervello arrivando ad essere una delle concause di un ritardato sviluppo cognitivo o addirittura di autismo. «Sappiamo che questo disturbo, che oggi nelle sue varie forme riguarda un nuovo nato su 70, ha una forte componente genetica», sottolinea il ricercatore. «Negli esperimenti abbiamo visto che gli interferenti endocrini influiscono anche sull’attività dei geni coinvolti nella malattia. Sospettiamo che le cause ambientali si intreccino a quelle genetiche».

Non ci si può difendere individualmente, ritenuto "praticamente impossibile" a livello individuale perché queste sostanze chimiche si trovano dappertutto.

L'unica maniera è che la politica possa introdurre alcune leggi ad hoc per ridurre o eliminare la circolazione di queste molecole, sulla terra così come sugli alimenti, per abbattere la probabilità che i nostri figli possano nascere con problematiche legate all'ambiente che nulla, in questo caso, avrebbero a che fare con la sfortuna.

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