Sars e nuovo coronavirus: il confronto tra le epidemie

Il nuovo virus ha superato la Sars per numero di morti, ma sembra essere meno letale. Ecco le differenze e le analogie delle due epidemie

Sars e nuovo coronavirus: il confronto tra le epidemie

Ieri è arrivato il sorpasso. Il coronavirus ha fatto registrare più morti di quelli causati dalla Sars nel 2002-2003. Ieri, infatti, si contavano 814 vittime (già salite a 908 oggi) per la nuova epidemia da 2019-nCoV, mentre la Sars ne aveva fatte in tutto 774. È aumentato, in queste ore anche il numero dei casi di contagio, saliti a 40.171.

Le due epidemie, entrambe dovute a coronavirus, chiamato così per la forma a corona, presentano differenze e analogie. Entrambe le diffusioni, infatti, dovrebbero aver avuto origine in un mercato, luogo in cui uomo e animale hanno contatti molto stretti: questo rende più facile e probabile il passaggio del virus dall'uomo all'animale. Il primo contagiato della Sars, come ricorda il Corriere della Sera, fu un commerciante di pesce, che riforniva i ristoranti della città di Foshan. Mentre il promo focolaio del nuovo coronavirus sembra essere legato a un mercato del pesce e di animali vivi di Wuhan. Nel caso della Sars, a diffondere la malattia era stato lo zibetto, un piccolo mammifero, mentre l'origine del 2019-nCoV resta incerta (è stata attribuita a un pipistrello o a un serpente). In entrambi i casi, inoltre, si è parlato di un virus uscito da un laboratorio, ipotesi rivelata del tutto infondata, sia per la Sars che per il nuovo coronavirus.

Per molto tempo, la Cina non rese nota l'esistenza della prima epidemia, che aveva già colpito nel novembre del 2002: un missionario segnalò la presenza di strane morti per "peste polmonare", ma il governo cinese assicurò che il problema era già stato risolto. Solamente nel febbraio del 2003, l'Organizzazione mondiale della sanità ricevette la segnalazione dell'epidemia dal Ministero. Questa volta, invece, la prima allerta è arrivata a fine dicembre 2019, quando le autorità cinesi dichiararono l'esistenza di un'epidemia polmonare sconosciuta.

In entrambi i casi, c'è stato un medico eroe. Carlo Urbani lavorava per l'Oms ad Hanoi e prese il virus visitando un paziente francese, quando ancora non si aveva idea dell'epidemia, ma lui capì subito che si trattava di qualcosa di grave e segnalò la situazione. Fu tra le prime vittime della Sars: morì il 29 marzo del 2003, all'età di 49 anni. A morire del 2019-nCoV è stato, invece, il medico Li Wenliang, 34 anni, che aveva dato l'allerta alla fine dello scorso dicembre. Lo scorso 3 febbraio Li è morto a causa del nuovo coronavirus.

La nuova malattia sembra essere più diffusa della

Sars, ma meno letale. Secondo gli esperti, infatti, nonostante il numero dei morti e dei contagi da 2019-nCov sia maggiore rispetto a quelli della Sars, la percentuale di letalità è inferiore: si parla del 2%, contro il 9,5%.

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