Una nuova speranza per i malati arriva per la prima volta in Italia al Policlinico Sant'Orsola di Bologna dove è in fase di sperimentazione la CAR-T, ovvero la terapia con cellule geneticamente modificate che promette di rivoluzionare le cure tradizionali contro il male del secolo.
L'acronimo della CAR-T, questa già in uso in molti altri Paesi, deriva dall'inglese Chimeric Antigen Receptor T-cell (cellule CAR-T) e descrive un procedimento attraverso cui alcune cellule del sistema immunitario vengono prelevate dal paziente, geneticamente modificate per poter riconoscere le cellule tumorali e poi rimesse nello stesso soggetto. Nella prima fase le cellule, dopo essere state raccolte, vengono inviate in laboratorio. Qui - seconda fase - esse subiscono una mutazione genetica con l'inserimento di un gene che le istruisce a riconoscere le cellule cancerogene. Nella terza e ultima fase si ha la loro reinfusione nel paziente dal quale sono state prelevate. Il recettore artificiale aggiunto, chiamato appunto dell'antigene chimerico o CAR, permette alle cellule modificate - queste una volta infuse si moltiplicano velocemente - di produrre sostanze chimiche che uccidono il cancro.
La tecnica al momento è impiegata solo in alcuni tipi di tumori del sangue come la leucemia e il mieloma multiplo. In Italia il primo paziente ad usufruirne è ricoverato presso il Policlino Sant'Orsola di Bologna dove da circa trenta giorni, dopo aver ricevuto l'applicazione, si trova sotto stretto monitoraggio. Gli esperti, infatti, non escludono complicanze come infiammazioni legate al rigetto della terapia o problemi causati dalla tossicità delle cellule.
Il trattamento, che potrebbe davvero considerarsi una nuova e fondamentale risorsa per i malati di tumore, necessita attente valutazioni, finalizzate queste se non a debellare totalmente gli effetti collaterali, a rendere gli stessi meno pericolosi per la salute dell'ammalato.
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