Salute

Tumori, scoperta una proteina che li fa crescere

Lo studio è stato condotto da un teamdell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa

Tumori, scoperta una proteina che li fa crescere

Si stima che in Italia vi siano nel corso dell'anno circa 373.300 nuove diagnosi di cancro. Di queste il 52% riguarda gli uomini e il 48% le donne. Dalla statistica sono tuttavia esclusi i tumori della pelle per i quali esiste una classificazione a parte a causa della difficoltà di distinguere in maniera chiara le forme più o meno aggressive. Una speranza in più per gli ammalati giunge da una ricerca condotta da alcuni scienziati italiani che hanno individuato una proteina in grado di bloccare l'azione della neoplasia e di fermare, di conseguenza, l'avanzata della malattia. In realtà non è la prima volta che si giunge ad una scoperta del genere. Risale, infatti, allo scorso anno lo studio dettagliato di una proteina (Erk5) capace di favorire la crescita dei tumori e di stabilire il loro grado di malignità. Il team di ricercatori del dipartimento di Medicina molecolare e dello sviluppo dell'Università di Siena, in collaborazione con le Università di Manchester e di Brescia, focalizzò l'attenzione sul sistema immunitario e su come alcune sue cellule (per la precisione i linfociti T e i macrofagi) venivano inibite e trasformate in "collaboratrici" del cancro.

Come riporta Ansa.it la nuova ricerca, coordinata dalla biologa molecolare Debora Angeloni, è stata condotta da un gruppo di studiosi dell'Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa e pubblicata sulla rivista Biochimica et Biophysica Acta - Molecular Basis of Disease. La proteina incriminata, battezzata Mical2, favorirebbe la crescita dei tumori solidi più comuni e aggressivi. La Mical2 si attiva ogni volta che le cellule cancerose liberano un segnale (Vegf) che attira le cellule dell'endotelio dei vasi sanguigni. Queste a loro volta si allungano e vengono catturate, così da alimentare il tumore (neo-angiogenesi).

La sfida più importante ora è quella di bloccare la proteina e quindi di affamare la neoplasia, in modo tale da arrestarne la proliferazione.

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