Stefania Antonetti
Un concerto di canti sacri festeggia il primo luglio il ritorno a «casa» di alcune opere darte restaurate della chiesa di San Bartolomeo di Vallecalda a Savignone.
Si sono chiusi infatti i cantieri per il restauro e la tutela dei beni artistici in Valle Scrivia, grazie al cofinanziamento della Compagnia di San Paolo che ha stanziato per il progetto 34.250mila euro, della comunità parrocchiale, dei club Lions (Capo Santa Chiara di Genova, Le Caravelle e della Valle Scrivia) e di alcuni sponsor privati. Il tutto sotto la direzione della Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e etnoantropologico della Liguria.
«Questo restauro è meritevole dattenzione, è uno strumento per far emergere le nostre realtà storiche e religiose- spiega Lorenzo Caselli, rappresentante della Compagnia di San Paolo -. Cè bisogno di riscoprire le nostre radici, metterle a sistema, perché senza di esse non si può vivere il presente e comprendere il futuro». La stessa comunità parrocchiale, nonostante avesse in precedenza sostenuto il restauro degli esterni della chiesa e del campanile, si è lasciata nuovamente coinvolgere; le donne della parrocchia si sono fatte carico del restauro della «Madonna Immacolata» di scuola genovese del 700, acquistata allora per la modica cifra di 90 lire genovesi come voto per una scampata epidemia. Le spese per il restauro delle 14 stazioni della Via Crucis da parte di alcune famiglie sono invece storia recente.
Il recupero architettonico restituisce così alla comunità parrocchiale di Savignone il dipinto di «Sant'Agostino in trono tra Santi» (1525-1585) di Luca Cambiasio; le «14 stazioni della Via Crucis di Santino Tagliafichi (1756-1829)»; un «San Bartolomeo in trono tra i santi protettori della chiesa» di ignoto autore genovese del secolo XVIII; uno dei due dipinti della Scuola di Pietro da Cortona: «Rebecca al pozzo»; una «Madonna Immacolata» di un ignoto scultore genovese del '700; ed ancora «Sant'Anna» della Bottega degli Orsolino; la «Madonna del Rosario» di un autore genovese del '600 e la statua della «Madonna del Carmine» di Giuseppe Repetto, artista genovese del secolo XVIII. Saranno inoltre recuperate la «Processione lignea» e il dipinto «Labano cerca gli idoli».
«È un momento di grandissima festa perché opere malate sono guarite - dice Alessandra Gabella, responsabile tecnico della Soprintendenza della Liguria - ma soprattutto per il recuperato contenitore di arte e religione che la nostra zona offre».
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