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Come salviamo la Coppa Italia?

Vabbè, proviamoci. Mesi fa abbiamo titolato «Aboliamola»: era una provocazione, ma da allora in coppa Italia è cambiato poco o nulla. Assegnarla per sorteggio come ha suggerito ieri Elia Pagnoni? Bè, visto lo spettacolo di San Siro, 3905 paganti per un Milan-Lazio con in campo gente come Ronaldinho e Zarate - tanto per fare due nomi del momento - si potrebbe accarezzare l’idea. Però poi noi nostalgici alla coppetta siamo affezionati: ci ricorda tante sere passate alla radio quando ancora le partite ce le potevamo solo immaginare. Adesso invece con la tv che comanda - giustamente, per carità, visto che paga - la gente se ne sta a casa (5.861.000 davanti allo schermo, record del prime time) e noi dobbiamo aspettare due mesi per sapere gli accoppiamenti completi dei quarti di finale. E soprattutto dobbiamo vedere stadi pieni solo di tristezza. Guardate i dati: solo Napoli-Salernitana, quindi un derby in una piazza che ha fame di vittorie, ha raccolto una cifra decente: poco meno di 20mila spettatori. Le altre tre partite degli ottavi disputate finora hanno invece raccolto numeri - in proporzione - da oratorio. E allora: che fare?
Un tentativo è stato fatto quest’anno con l’introduzione della partita secca. Un primo passo però inefficace se si finisce per farle giocare sul campo della squadra più forte e non il contrario, come accade nell’Inghilterra ormai da noi considerata il paradiso del pallone. In più la nostra coppa Italia finisce per far arrivare in fondo sempre le solite (non per niente le ultime 4 finali sono state repliche di Inter-Roma), senza dare la possibilità ad eventuale soprese di inserirsi nel tabellone che conta. E quindi, di riflesso, la gente non si appassiona più allo stadio, soprattutto perché poi d’inverno uscire di casa diventa un sacrificio inutile. In pratica: urgono soluzioni, se si vuole salvare la dignità del trofeo. Ad esempio: perché - visto che le squadre di vertice hanno ormai rose talmente ampie da fare tre squadre - non le si coivolge dall’estate nelle sfide a colpo secco? Impossibile? Bè, considerando che qualche hanno fa l’Inter disputò due amichevoli nello stesso giorno per impiegare tutti i suoi giocatori durante la preparazione estiva, forse il problema non esiste. Diciamolo: è solo un’idea, magari sbagliata. Ma almeno ne potremmo discutere.

Noi lo facciamo interpellando alcuni esperti di sport e marketing. Ai vertici del calcio interessa?

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