da Milano
«È legittimo che si discuta. Il Santander sceglierà un advisor professionale che tratterà con il nostro, Citigroup, la più grande società del mondo». Così il presidente del Sanpaolo Imi, Enrico Salza, ha commentato i malumori della società spagnola sul concambio per la fusione con Banca Intesa. Dissensi emersi sin dall'inizio e ribaditi ancora ieri durante il lungo consiglio di amministrazione dell'istituto torinese, riunito in piazza San Carlo.
«È la più grande operazione in Europa, come potrebbe non esserci qualcuno che vuole di più?», ha osservato Salza in occasione della celebrazione dei sessant'anni della Cna di Torino. Quanto alla possibilità che il concambio stabilito (3,115 azioni Intesa contro ogni titolo Sanpaolo) possa essere modificato, come vorrebbe anche la Fondazione Cassa di risparmio di Bologna, il presidente del gruppo torinese ha osservato: «Si potrà rivedere se la due diligence darà elementi nuovi».
Salza ha poi ricordato che tutto dovrà comunque essere definito entro il 12 ottobre, quando si riuniranno i consigli di amministrazione delle due banche per dare il via libera definitivo alla fusione con la convocazione delle assemblee straordinarie sull'integrazione, previste per dicembre. «Non è ancora ufficiale - ha spiegato il numero uno del Sanpaolo Imi - ma se anche Intesa è pronta, i cda si riuniranno il 12 e chiuderemo l'operazione. Io non vorrei che si andasse più in là».
Da parte sua il direttore generale del SanPaolo, Pietro Modiano, ha detto che il consiglio di venerdì «È stato un cda normale: cinque ore di duro confronto che non placano i malumori». Ci si prepara in modo «ordinato» - ha aggiunto - alla fusione con Banca Intesa. Sui tempi del piano industriale dell'aggregazione, ha detto che il piano «delle entità aggregate sarà fatto a suo tempo.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.