Samp, non serviva un Maramaldo

Egregio dott. Lussana, nella nota «L'orgoglio non retrocede», pubblicata nella rubrica «Il derby dei lettori» dell'edizione genovese di mercoledì 18 maggio, c'è un riferimento ad Ettore Fieramosca che pur concettualmente efficace è inesatto sul piano della ricostruzione storica. In realtà non fu Ettore Fieramosca a soccombere sotto i colpi proditori di Fabrizio Maramaldo ma Francesco Ferrucci nella storica battaglia di Gavinana combattuta nel 1530 tra le milizie della Repubblica fiorentina e quelle imperiali di Carlo V. In quell'occasione, secondo quanto riferiscono le cronache, Ferrucci avrebbe pronunciato la storica frase: «Vile, tu uccidi un uomo morto». Ora, paragonare Maramaldo al Genoa e Ferrucci alla Sampdoria è ingeneroso per i cugini anche perché la Sampdoria non ha avuto bisogno di nessun killer essendosi suicidata da sola. Quanto ad Ettore Fieramosca da Capua, il prode condottiero già al servizio dei reali d'Aragona, nel 1503 fu protagonista della storica disfida di Barletta dove 13 cavalieri francesi sfidarono 13 cavalieri italiani accusandoli di codardia. Lo scontro, per restare in ambito calcistico, finì 13 a 0 nel senso che uno dei francesi ci lasciò la pelle e gli altri 12 si arresero. Il bello fu che non avendo questi il danaro pattuito per il riscatto in caso di sconfitta dovettero fare atto di sottomissione.

Noi, tifosi della Sampdoria, profondamente depressi e imbottiti di Prozac, non chiediamo tanto. Non pretendiamo che i cavalieri blucerchiati vincano la disfida di Barletta, ma più modestamente quella della serie «B». Cordialità.

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