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Sampierdarena si ribella alle case di riposo fantasma

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Una c’è già, aspetta da tre anni di essere inaugurata. L’altra non esiste: è un prato verde. Ma là dove c’è il verde sorgerà una Rsa. Chi vuole la canti pure alla Celentano anche se qui non siamo in via Gluck ma in Via Fanti a Sampierdarena. La storia racconta di un edificio che sorge sopra il cimitero della Castagna, una struttura privata e fino all’inizio degli anni ’90 gestita da suore che venne acquistata all’istituto Brignole per essere riqualificata, messa a norma e utilizzata come residenza sanitaria assistita. Termine lavori nel 2008, ma dal giorno in cui gli operai sono usciti non è più entrato nessuno. L’edificio chiamato «Scaniglia Tubino» è anche completo di arredamento all’interno, potrebbe ospitare una quarantina di persone più o meno tanto quanto potrebbe accoglierne l’edificio in costruzione nella zona di via Fanti. Siamo tra una serie di palazzi di edilizia semiresidenziale.
Tra enormi palazzoni resta uno spicchio di verde: un prato transennato ed incolto di proprietà privata che da decenni i residenti chiedono all’amministrazione comunale di acquistare per realizzarvi uno spazio attrezzato per il quartiere. I cittadini dicono di essersi sentiti fare molte promesse, ma nessuna si è concretizzata. Fino a quando, su quel terreno, non ha messo gli occhi l’ «Anni Azzurri Monza» una società del gruppo Cir- De Benedetti che ha proposto un progetto per la realizzazione di una palazzina a quattro piani con parcheggio sotterraneo per ottanta posti letto.
In Comune la maggioranza ha già approvato il progetto, nonostante le resistenze di un comitato che si è creato sul territorio, mentre in Municipio il consiglio qualche settimana fa ha votato un ordine del giorno che dimostra la contrarietà alla realizzazione dell’opera anche per rischi di stabilità geologica in un derby tutto interno al centro sinistra
Oggi farà un sopralluogo nella zona anche Marta Vincenzi con gli ci consiglieri comunali della commissione competente, ma la gente del quartiere contesta il via libera di palazzo Tursi soprattutto se tra le motivazioni vi fosse la necessità di nuovi posti letto: «Lassù c’è uno spreco incredibile - racconta un residente di via Fanti pensando alla Scaniglia Tubino -. Un edificio ristrutturato con soldi pubblici che resta chiuso da anni e qui ci vogliono soffocare. Si chiama speculazione». Se in via Fanti temono di «soffocare», sopra al cimitero della Castagna continuano a interrogarsi sul perché di un edificio vuoto e chiuso e cominciano a spaventarsi perché pare che oltre il cancello qualcuno abbia già pernottato nella struttura.


Dentro, tra l’altro, è tutto già ammobiliato ma pare che i termini di legge per le norme di sicurezza non ci siano e che la residenza necessiti di nuovi cantieri per essere riaperta in futuro: «Noi proporremo al sindaco la soluzione più ragionevole - spiega una residente che attende l’incontro di oggi con il sindaco -, quella di fare in modo che quella società apra la sua attività in uno spazio chiuso da anni ma nuovo e in via Fanti facciano un giardino per vivere il nostro quartiere».

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