Roma

San Giacomo, il futuro disegnato dai cittadini

DESIDERI (PDL) «In consiglio ancora stiamo aspettando il piano per la riconversione»

San Giacomo, il futuro disegnato dai cittadini

È quasi arrivata l’estate, ma il futuro dell’ex San Giacomo è sempre avvolto dalla nebbia. Le esternazioni del presidente della Regione Piero Marrazzo sulla riconversione della struttura sanitaria, iniziate nel settembre 2008, sono rimaste tali. Solo frasi, a dire il vero, anche discordanti.
In otto mesi, infatti, l’ex ospedale secondo il governatore sarebbe dovuto diventare prima «un presidio sanitario della Asl Rm A», poi avrebbe dovuto «ospitare giovani e anziani per la socializzazione delle esperienze», quindi sarebbe stato trasformato in «ospedale del territorio». Ma in realtà, niente è stato definito e i romani iniziano a farsi sentire.
Ieri ventisei associazioni di utenti e consumatori sono passate all’attacco, presentando un loro progetto per la riconversione. In un documento, inviato a Marrazzo (che oltre a essere governatore è anche commissario ad acta per la Sanità) e indirizzato anche all’assessore al Bilancio, Luigi Nieri e all’assessore alla Tutela dei Consumatori, Vincenzo Maruccio, i rappresentanti dei cittadini hanno messo nero su bianco le loro proposte volte a non sprecare un ospedale, situato in una zona centralissima di Roma, a pochi metri da piazza del Popolo, che rischia di essere trasformato in albergo.
«Il progetto - spiegano le associazioni - riguarda la realizzazione di una rete di servizi dedicati ai malati affetti dalla malattie di Alzheimer e altre forme di demenza senile. Attualmente, nel Lazio, circa 33 mila persone sono affette da demenza degenerativa di questo tipo. I centri diurni integrati, realizzati dal Comune, non sono in grado di accogliere i malati di Alzheimer nella fase di gravità della patologia, essendo stati realizzati per i pazienti medio-lievi. Paradossalmente, quindi, quelli che avrebbero maggiormente bisogno di assistenza, vengono dimessi dai centri in assenza di alternative».
L’ospedale immaginato dalle associazioni, dovrebbe ospitare un centro diurno sanitario, una residenza sanitaria assistenziale, un servizio di assistenza domiciliare specifico e un centro specialistico ambulatoriale UVA (Unità Valutativa Alzheimer). «L’iniziativa consentirebbe un notevole risparmio di risorse, in termini di ricoveri ospedalieri impropri e incongrui di pazienti assistibili altrove - spiegano i rappresentanti dei cittadini - e inoltre darebbe la possibilità di sanare una grave lacuna del servizio sanitario, offrendo servizi snelli e poco onerosi a persone che attualmente non trovano adeguate risposte sul territorio e permettendo il rilancio di una struttura quale era il San Giacomo».
I membri del centro-destra da tempo chiedono a Marrazzo il perché da tanti e tali ritardi. «La vicenda rappresenta l’emblema dell’effimero modo di governare del Pd e della sinistra - commenta Fabio Desideri, consigliere regionale -. Sono mesi che il commissario annuncia la presentazione del progetto per la riconversione del San Giacomo. Ma la pazienza ha un limite ed è finita, come dimostra l’intervento delle 26 associazioni di utenti». «Tenere un ospedale ristrutturato, con il portone sbarrato e le ragnatele ad avviluppare le apparecchiature sanitarie e gli arredi - conclude Desideri -, ha un costo per la comunità, in termini economici e di mancata assistenza.

Nel frattempo, in consiglio regionale, stiamo ancora aspettando il fantomatico piano di trasformazione».

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