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A San Patrignano finisce l’era Muccioli

San Patrignano non è più sinonimo di famiglia Muccioli. La conferma alle voci che circolavano da giorni sulle colline riminesi è arrivata: Andrea Muccioli, figlio del fondatore Vincenzo, ha deciso di lasciare dopo 16 anni l’incarico di responsabile della comunità di recupero per tossicodipendenti. È la fine di un’epoca, di oltre trent’anni di successi e visibilità internazionale, ma anche di scandali. La storia di «Sanpa» è fatta di luci e ombre ed è legata indissolubilmente alla figura di Vincenzo Muccioli, uomo tanto amato e tanto discusso.
Fin dal 1978, anno della nascita di San Patrignano, il patron della comunità di Coriano è stato al centro di polemiche, scandali e guai giudiziari per i suoi metodi di recupero da molti giudicati poco ortodossi. Il centro e il fondatore sono finiti sotto processo due volte, tra gli anni Ottanta e Novanta. Muccioli fu accusato di maltrattamenti in un caso e di omicidio colposo nell’altro, per la morte di un giovane ospite, Roberto Maranzano. Le vicende si sono concluse con una condanna per favoreggiamento a carico del fondatore e assoluzioni per le altre imputazioni. La comunità di recupero ha oltre 1.500 ospiti e una serie di attività imprenditoriali, come l’equitazione, la produzione di vini, i laboratori artigianali e la ristorazione. Il giro d’affari è di 30 milioni di euro l’anno.
San Patrignano è stato per 32 anni anche sinonimo di famiglia Moratti. Letizia e Gianmarco Moratti sono infatti da sempre i principali finanziatori della struttura. L’addio di Andrea Muccioli è stato annunciato con un comunicato congiunto: «Abbiamo sempre lavorato - recita - per un unico e comune obiettivo, il bene dei ragazzi di San Patrignano. È stato così in passato, lo è oggi, lo sarà domani. Scelte e decisioni individuali di ognuno di noi, non modificano questo fatto. Tanto meno il sostegno che da 32 anni tutta la famiglia Moratti offre alla comunità e che continuerà in futuro. Tutto ciò rimane valido, anche nel momento in cui chi oggi ricopre il ruolo di responsabile della comunità, decide di lasciare i suoi incarichi». Le voci degli ultimi giorni hanno ipotizzato frizioni e contrasti tra i Moratti e Muccioli sulla gestione di «Sanpa». L’evoluzione di un rapporto che è stato idilliaco e che sarebbe diventato difficile. Ma se ci sono state davvero occasioni di disaccordo, che hanno causato la scelta del figlio del fondatore, si tratta di problemi personali, privati, che non devono compromettere il bene della comunità. È questo il senso dell’ultima parte del comunicato di addio: «Sarà San Patrignano stessa, i suoi operatori e i suoi volontari, a decidere come assumersi collettivamente le grandi responsabilità portate avanti con dedizione e successo da Andrea Muccioli».
Muccioli, 46 anni, lascerà l’incarico probabilmente a settembre. Aveva preso le redini della comunità nel 1995, dopo la morte del padre. Potrebbe essere allo studio per lui una qualche forma di collaborazione con San Patrignano, anche dopo l’uscita ufficiale. Mentre il sostegno economico della famiglia Moratti resterà invariato. Le indiscrezioni sulla rottura sono state smentite con forza. Così come quelle di tensioni a causa della gestione troppo onerosa di Andrea. «False - hanno commentato dalle colline riminesi -, la decisione di Andrea nasce da valutazioni personali. Dopo quasi due decenni ritiene sia giunto il momento di occuparsi anche d’altro». Nessun nome di successore designato, per ora. Muccioli, che ha sempre lavorato nella struttura come volontario, avrebbe formato anche un gruppo di collaboratori capaci di essere autonomi senza di lui, l’eventuale erede quindi non potrà che essere interno.

Dal 1990 la comunità di recupero per tossicodipendenti è una Fondazione riconosciuta come ente morale, da allora la famiglia Muccioli ha ceduto i propri beni a «Sanpa».

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