MilanoIl San Raffaele entra a far parte della galassia di «sua sanità» Giuseppe Rotelli, il magnate del privato che già oggi controlla 4mila posti letto. «Obiettivo primario dellintervento è tutelare e sviluppare il gruppo», si legge nella nota con cui Velca, la società che fa capo alla famiglia Rotelli, comunica che la Fondazione Monte Tabor ha accettato lofferta. Nei fatti, lospedale di Don Verzé è salvo. E a molti basta sapere questo.
Ad aggiudicarsi lasta, indetta per salvare la fondazione schiacciata sotto un debito di quasi 1,5 miliardi di euro, è il gruppo San Donato (che controlla gli istituti San Donato, Galeazzi e una serie di cliniche in Lombardia e una in Emilia) con unofferta cash di 405 milioni di euro. La cordata vaticana Ior-Malacalza ha lasciato fare e non ha contro rilanciato. Formalmente avrebbe tempo fino al 23 gennaio, data dellassemblea dei creditori, per presentare unofferta migliorativa. Così come avrebbe tempo per mettere sul piatto una proposta più succosa anche la famiglia Rocca (gruppo Humanitas). Ma si tratta di mere ipotesi teoriche.
Salvo colpi di scena dellultimo momento, sembra ormai deciso il futuro «laico» dellopera di Don Verzé. A denti stretti, il vicepresidente della fondazione San Raffaele, Giuseppe Profiti, ringrazia il nuovo salvatore della struttura: «Giuseppe Rotelli è un imprenditore di rilievo - ha detto ai piedi dellimmenso organo dellaula San Raffaele - e la sua società ha fornito tutte le idonee garanzie». Ma ovviamente Profiti non scorda di ringraziare Malacalza «che ha fornito le garanzie necessarie per salvare il San Raffaele, evitando il fallimento. È stato lui a porre le basi per tutto questo». E, sullipotesi di un nuovo rilancio, non può che ammettere: «Me lo auguro per il bene del San Raffaele e dei creditori».
Il passaggio di testimone tra Ior e Rotelli sarà graduale e si svolgerà, per tappe, nei prossimi sei mesi. Lunedì Profiti e i membri del cda in carica incontreranno i giudici e daranno la propria disponibilità a rassegnare le dimissioni: «Concorderemo le condizioni migliori». Insomma, per avviare il nuovo San Raffaele e per rendere ufficiale il nuovo piano industriale, bisognerà aspettare la fine di maggio. La strada da percorrere è dura. Lacrime e sangue? Forse. Da appianare cè un buco di bilancio enorme ed è probabile che il piano Rotelli sia ancor più rigido di quello tratteggiato in questi mesi dallo Ior. Bisognerà infatti rendere conto alle banche, che hanno appoggiato il finanziamento e che, ovviamente, chiedono garanzie e un piano di rientro. Ovviamente è ancora presto per ipotizzare tagli del personale o manovre strong, ma non si esclude la mano pesante nei primi interventi della nuova gestione. Quel che è certo è che, con lofferta Rotelli, lospedale è in grado di pagare il 70-80% dei creditori. E in tanti possono tirare un sospiro di sollievo. Nello specifico, Rotelli si accolla anche 320 milioni di debiti a lungo termine fra tfr e mutui ipotecari. Gli altri 700 milioni di debiti li pagherà la Fondazione vendendo, tra laltro, alcuni asset. Proprio in questi giorni, uno dei commissari si trova in Brasile per verificare lo stato delle proprietà della fondazione nel Paese sudamericano. I creditori privilegiati, tra i quali dipendenti, artigiani, professionisti, erario e Inps, verranno saldati per primi e al cento per cento.
Da una prima stima si calcola che, con lacquisizione del San Raffaele, i finanziamenti diretti dalla Regione Lombardia alle strutture che fanno capo a Rotelli supererebbero i 700 milioni di euro.
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