Trump-Musk, è guerra a New York. Elon: ora impeachment. Ed evoca i file di Epstein

Il tycoon: "Gli taglio i contratti con il governo Usa". La replica: il tuo nome nei documenti del finanziere

Trump-Musk, è guerra a New York. Elon: ora impeachment. Ed evoca i file di Epstein
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Donald Trump ed Elon Musk si dicono definitivamente addio, e lo fanno con un divorzio pubblico consumato a colpi di accuse reciproche in diretta tv e sui social media. L'amicizia tra il presidente americano e l'ormai ex first buddy è implosa in modo spettacolare dopo le critiche del patron di Tesla sulla legge di spesa. «Io ed Elon avevamo un ottimo rapporto. Non so se lo avremo ancora. Sono rimasto sorpreso», dice il tycoon nello Studio Ovale. «Sono molto deluso. Non aveva problemi. All'improvviso li ha avuti, se n'è accorto solo quando ha scoperto che avremmo tagliato il mandato sui veicoli elettrici», spiega Trump riferendosi agli incentivi. «Falso, questo disegno di legge non mi è stato mostrato nemmeno una volta ed è stato approvato nel cuore della notte», replica Musk sulla sua piattaforma X. «Senza di me non avrebbe vinto le elezioni, i democratici avrebbero controllato la Camera e i repubblicani sarebbero stati 51-49 al Senato», continua mentre il titolo di Tesla crolla a Wall Street. Musk taccia il comandante in capo di «ingratitudine», e alla fine sgancia «la bomba più grande»: «Trump è nei file di Jeffrey Epstein. Questo è il vero motivo per cui non sono stati resi pubblici», sottolinea parlando dei documenti sul finanziere suicidatosi in carcere mentre era in attesa di processo per reati sessuali. Musk riposta su X il commento di un utente che nello scontro tra lui e Trump scommette su Elon e afferma che «Trump dovrebbe essere sottoposto a impeachment e sostituito da JD Vance». «Yes», aggiunge il patron di Tesla.

Il tycoon rivela di averlo cacciato, insinuando che a Musk manchi la Casa Bianca e che sia diventato «ostile» dopo la fine del suo incarico. A quel punto Elon perde il controllo e pubblica pure un sondaggio sull'opportunità di formare un nuovo partito politico, una possibile minaccia al sostegno repubblicano, mentre The Donald minaccia di tagliare gli ingenti contratti governativi con SpaceX e l'utilizzo del servizio satellitare Starlink (che secondo i media statunitensi valgono 18 miliardi di dollari). «Il modo più semplice per risparmiare nel nostro bilancio, miliardi e miliardi di dollari, è porre fine ai sussidi e ai contratti governativi di Elon», suggerisce il presidente. Che il rapporto tra i due si stesse incrinando, a dispetto della «chiave d'oro» della Casa Bianca regalata da Trump al miliardario nel giorno del suo addio al Doge, era nell'aria da giorni. L'amicizia era iniziata dopo l'acquisizione dell'allora Twitter da parte di Musk: il sudafricano ha adottato posizioni sempre più favorevoli alla libertà d'espressione incontrollata, criticando la «censura liberal» e i democratici, temi cari al tycoon. Lo scorso luglio, dopo l'attentato in Pennsylvania al candidato presidenziale repubblicano, Elon gli ha dato il suo endorsement e da allora ha speso oltre 277 milioni di dollari per riportarlo alla Casa Bianca.

Uno sforzo ricambiato, dopo la vittoria, con un mandato illimitato per tagliare la spesa pubblica americana con il cosiddetto dipartimento dell'Efficienza governativa. Un rapporto, il loro, che sembrava inossidabile, e invece si chiude nel modo peggiore.

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