Vince con il cuore: che non fa più le bizze. Vince Leonardo Bertagnolli, 29 anni, trentino, il «cuore pazzo» del ciclismo italiano, il Franco Bitossi del Terzo Millennio, primo sul traguardo di San Sebastian, la corsa in linea più importante di Spagna, davanti a due spagnoli (Juan Manuel Garate e Alejandro Valverde) e davanti ad una montagna di tifosi baschi in vacanza in una delle mete più esclusive della penisola iberica.
Vince Leo Bertagnolli sul traguardo della «Klasika San Sebastian», come la chiamano i baschi e torna il sorriso in casa Liquigas, scossa e snervata dallinfinita vicenda Di Luca (labruzzese ha corso, ma non ha lasciato il segno), che non vuole chiudersi, che resta in «stand-by» in attesa che nuovi elementi arrivino sul tavolo del capo della Procura del Coni Ettore Torri, prima che questi decida per un deferimento o altro. Per labruzzese è un momento molto delicato, per la sua squadra anche. Una nuova inchiesta a Pescara, di cui si sa poco, quasi nulla, chiamerebbe ancora una volta in causa il vincitore del Giro in vicende non ben chiare di emodoping e traffico di plasma trafugato da ospedali.
Ieri Danilo ha festeggiato il ritorno al successo di Leonardo Bertagnolli che, a 12 km dal traguardo, ha preso il largo in compagnia dello spagnolo Garate: assieme sono arrivati al traguardo per giocarsi una volata senza storia, stravinta dal trentino che vive in Romagna. Nei primi dieci sei spagnoli, gli altri quattro italiani (Ballan quarto, Scognamiglio quarto, il tricolore Visconti decimo). «Ci voleva proprio questa vittoria ha detto Leo -. A un certo punto ho anche temuto di dover dire addio al ciclismo, ma i medici mi hanno sempre confortato. Sono stato costretto a fermarmi a fine marzo, per un mese intero. Mi avevano riscontrato uninfezione virale con stato infiammatorio diffuso al termine del Giro del Mediterraneo. Il dottor Roberto Corsetti, nostro medico sociale e il dottor Paolo Zeppilli, cardiologo dello sport, avevano evidenziato alcune aritmie cardiache. Ma sono sempre stati molto fiduciosi. Con un po di riposo si sistema tutto, mi dicevano».
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