Sangue Sulla sua coscienza 4 morti e un uomo costretto in sedia a rotelle

Il passato di Cesare Battisti gronda sangue. L’ex terrorista è stato condannato con sentenza definitiva all’ergastolo per quattro omicidi. La prima vittima è Antonio Santoro, maresciallo degli agenti di custodia, ucciso il 6 giugno 1978 a Udine. Il delitto viene rivendicato il giorno dopo dai Proletari armati per il comunismo (Pac). Stando alla sentenza, Battisti fu uno dei due killer, entrambi militanti dei Pac. Altri due omicidi lo stesso giorno, il 16 febbraio 1979: alle 15 circa a Milano il gioielliere Pierluigi Torregiani (il 22 gennaio precedente aveva ucciso un rapinatore durante una tentata rapina), alle 18 a Santa Maria di Sala (Venezia) Lino Sabbadin (si era opposto con le armi a una rapina), macellaio di Mestre. Per il primo delitto (nella sparatoria rimase anche ferito Alberto, il figlio 15enne, da allora sulla sedia a rotelle) Battisti è stato condannato come co-organizzatore, per il secondo - hanno stabilito i giudici - ha fornito «copertura armata» all’esecutore materiale.

Infine, l’ultimo omicidio il 19 aprile 1979: a morire è Andrea Campagna, agente della Digos. Le accuse indicano l’ex Pac tra i killer. Nelle foto da sinistra Pierluigi Torreggiani, Lino Sabbadin, Antonio Santoro, Andrea Campagna e Alberto Torreggiani.

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