La sanità lombarda? Un modello per l’Italia

Nichi Vendola tuona, denuncia e si indigna. Ma la Lombardia resta sempre e comunque la regione a massima concentrazione di centri sanitari d’eccellenza. E in Lombardia, per le più diverse patologie, arrivano per farsi curare, pazienti da tutta Europa.
È un dato di fatto inequivocabile, sul quale il governatore Formigoni ha voluto porre l’accento anche di recente con queste parole: «Il libro dell’eccellenza sanitaria di Regione Lombardia lo stiamo scrivendo da quindici anni e pubblichiamo continuamente nuove edizioni perché continuiamo a scrivere pagine di ulteriore eccellenza». L’ultimo esempio? Il 21 febbraio scorso, quando la commissione Sanità del Senato ha visitato la centrale operativa del 118, i reparti di pronto soccorso, l’unità spinale, il centro anti-veleni e il trauma center dell’ospedale Niguarda. E al termine dell’approfondita visita, che somigliava a un’ispezione, il presidente della commissione Antonio Tomassini, in un incontro con la direzione dell’ospedale, ha detto di considerare il Niguarda come un «modello di eccellenza, anche per come, da vecchio ospedale che era, ha saputo trasformarsi, conciliando prestigiosi reparti storici come l’anti-veleni con strutture modernissime». Come le alte, raffinate tecnologie per gli interventi robotizzati sulla prostata.
D’altra parte non è un mistero che, secondo le indagini periodicamente condotte dal Cergas, il Centro di ricerche sulla gestione dell’assistenza sanitaria e sociale dell’Università Bocconi, sui primi venti migliori ospedali d’Italia, tra sorpassi e retrocessioni in classifica, sei siano in Lombardia. Ne possiamo ricordare alcuni e soltanto alcuni senza avere la pretesa di stilare anche noi graduatorie: il Policlinico San Matteo di Pavia, una tradizione ospedaliera che risale al Quattrocento e che oggi inanella brillanti risultati per la cardiochirurgia e la ricerca biomedica; l’Ospedale San Raffaele di Milano, riconosciuto come Irccs (Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico) privato e che comprende l’Istituto scientifico universitario San Raffaele, il Dipartimento di biotecnologie e l’Ospedale San Raffaele Turro. Tra le sue eccellenze: nefrologia, dialisi, ipertensione e oculistica; l’Istituto europeo di oncologia, ideato e diretto da Umberto Veronesi, è modello internazionale di sanità e di ricerca avanzata. I direttori di unità provengono da otto diversi Paesi europei; l’Istituto nazionale cura tumori, altro centro di eccellenza nazionale nella lotta al cancro, con pazienti per il 40 per cento provenienti da altre regioni italiane e dall’estero. E ancora l’Ospedale San Gerardo di Monza, all’avanguardia sul fronte della medicina interna e nella chirurgia e microchirurgia sugli arti; l’Ospedale Sacco di Milano punto di riferimento internazionale per la cura delle malattie infettive e tropicali, l’Istituto Ospedaliero MultiMedica di Castellanza in provincia di Varese - rigoroso sul fronte dell’oncologia - e ancora l’Azienda Ospedaliera Universitaria Spedali Civili di Brescia che brilla per la medicina interna e la cardiologia.
La scelta è talmente ampia in Lombardia che la difficoltà per il cittadino, come rileva il Censis, sembra quella di riuscire a orientarsi fra i numerosi centri di assistenza: Irccs, policlinici, aziende ospedaliere, case di cura, cliniche universitarie. Tutti centri ad alta specializzazione dove si va con sicurezza per la loro elevata qualità. Come il nuovo Policlinico San Donato, il cui ampliamento non è costato nulla allo Stato né alla Regione in quanto è stato interamente autofinanziato dall’Azienda. Ha una forma di stella cometa la nuova struttura ed è costituita da un complesso di cinque corpi di fabbrica articolati in due monoblocchi con 435 posti letto, il dipartimento di emergenza-urgenza, 12 sale operatorie, 45 posti di Terapia intensiva, Rianimazione e tutti i servizi diagnostici. I due volumi a forma di vela, invece, sono destinati agli ambulatori e ai laboratori dell’università, mentre l’ampia piazzetta centrale ospita l’ingresso, i servizi di ristoro e l’albergo per i famigliari dei pazienti. Promosso a pieni voti dalle più recenti rilevazioni sugli standard.

Cui si aggiungono quelle dell’Aiop, l’Associazione italiana dell’ospedalità privata che nei suoi rapporti annuali, evidenzia sistematicamente, dati alla mano, «l’eccellenza del modello sanitario lombardo, il più efficiente d’Italia, secondo calcoli oggettivi e misurabili da tutti».

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