Sanità, Marrazzo attacca il governo

Il deficit sanitario del Lazio sfocia in un’accesa polemica politica, e il piano di rientro, con il ritardo nei trasferimenti dal governo nazionale alla Regione, diventa il campo di battaglia. La giornata di Piero Marrazzo comincia disertando la prevista audizione in Commissione sanità, al Senato. Giustificandosi con la discussione sull’assestamento di Bilancio in consiglio regionale e l’incontro in programma lunedì con Silvio Berlusconi. Argomenti pretestuosi, per il vicepresidente vicario della Commissione, Domenico Gramazio: «La discussione dell’assestamento di bilancio - spiega il senatore del Pdl - era fissata alle 11,30 ed è cominciata alle 14, l’audizione sarebbe finita per le 9,30. E l’incontro con Berlusconi non era propedeutico alla visita in Commissione, che è sede istituzionale e non politica. La verità è che Marrazzo è fuggito perché non sapeva come rispondere». Ma anche senza passare per Palazzo Madama gli spunti polemici non sono mancati: dopo i toni soft dei giorni scorsi, il Governatore ha alzato il tiro, conferendo alla questione un valore politico e non tecnico. Marrazzo ha esordito in mattinata con un confronto interno alla Giunta, poi ha incontrato i capigruppo della maggioranza: due rendez-vous mirati, per affinare le strategie del braccio di ferro con l’esecutivo. Poche parole con i cronisti («Mi sono confrontato con la Giunta per mettere a punto la comunicazione che tra poco mi appresterò a fare in Consiglio regionale») e poi via, verso la Pisana: «Ci vediamo in Aula. È una giornata lunga, anzi sono giornate lunghe». La risposta al governo, dunque, arriva dalla Pisana. Dove Marrazzo passa all’attacco. «I mancati trasferimenti dallo Stato alla Regione stanno affogando il sistema», esordisce, spiegando che «l’assenza delle risorse sta provocando un dissesto senza precedenti» in tutto il territorio regionale. Il governatore, quindi, ha imputato gran parte dello sforamento previsto per il 2008 (400 milioni) ai costi finanziari che la regione «sta pagando proprio per i mancati trasferimenti: un anno di ritardo nei pagamenti costa alla Regione, in un calcolo sicuramente per difetto, 250 milioni di euro». Marrazzo annuncia poi che chiederà «un incontro urgente con il premier per definire con chiarezza la cornice di questa vicenda e tornare a specificare ciò che a me appariva chiaro e appare ancora chiaro». Ma nello stesso tempo rifiuta la convocazione di Berlusconi al tavolo tecnico di lunedì fino a che non avrà certezze sui trasferimenti. Un punto che non convince l’opposizione. Per il consigliere regionale del Pdl Tommaso Luzzi c’è il timore che «dietro questo modo di rifiutare incontri si nasconda altro: Marrazzo è tenuto a incontrare il tavolo tecnico per presentare un piano serio di rientro del deficit sanitario». Ma il presidente della Regione non molla. E paventa che dietro alla questione del deficit ci sia il tentativo di delegittimarlo, di «commissariare il commissario-presidente». La replica al governatore arriva dal senatore del Pdl Andrea Augello, «addolorato» dal clima rovente. «Lanciare anatemi contro il governo non porta a nulla. Un governo di centrosinistra ha bloccato per 18 mesi i fondi a Marrazzo e lo aveva escluso dalla possibilità di essere nominato commissario.

Un governo di centrosinistra aveva lasciato sul tavolo di Berlusconi una lettera, firmata Romano Prodi, in cui si diceva che nel Lazio, dopo tre anni di giunta Marrazzo, non restava che commissariare la regione e aumentare le tasse d’ufficio. Se oggi la regione arriva a usare questi toni, pur presentando un disavanzo tendenziale che nel 2008 sfiora gli 1,5 miliardi di euro, vuol dire che non c’è più spazio per il buon senso».

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