Sanità, mea culpa di Montaldo: «Ecco tutti i nostri errori»

Paola Setti

L’onestà intellettuale di ammettere che, ebbene sì, la sanità ligure è in coma anche perché la manovra di salvataggio avviata un anno fa «ha funzionato solo parzialmente: abbiamo commesso errori di valutazione e fatto stime poco prudenti». Ma anche l’indignazione per gli attacchi che, va bene l’opposizione, ma vengono anche da una parte della maggioranza in Regione e «sono fuori luogo, perché ogni decisione è stata concordata, non abbiamo la bacchetta magica e stiamo lavorando seriamente». L’assessore Claudio Montaldo ieri ha letto l’articolo del Giornale sul come e il perché di una sanità finita sotto la tutela del Governo e no, di fallimento proprio non vuol sentir parlare.
Assessore, stiamo ai fatti: un anno fa si è insediata la giunta Burlando. Avete denunciato un deficit in sanità di 205 milioni di euro, varando una manovra, anche fiscale, per risanarlo. Adesso il deficit ammonta a qualcosa come 500 milioni, 180 del 2005 e 324 stimati per il 2006.
«È il trascinamento di una situazione crollata fra il 2003 e il 2004. Nel 2003 c’era un disavanzo di 18 milioni, che sono diventati 317 nel 2004, per colpa anche di 200 milioni di oneri contrattuali arretrati. Qualcosa fra il 2003 e il 2004 è uscito dal controllo, forse per responsabilità anche della Regione, oltre che delle aziende sanitarie».
Un anno e la situazione è peggiorata, però.
«È vero che la manovra ha funzionato solo in parte».
Solo nella parte fiscale, 80 milioni incassati dall’aumento delle tasse. Dovevate ricavare 65 milioni dalla vendita degli immobili e invece ne avete incassati solo 21.
«Veramente non è ancora entrato un euro. Il problema è che la lista degli immobili era approssimativa. Ora l’abbiamo fatta più scientifica.
E chi fece la prima?
«Gli uffici. Erano state inserite strutture che sarebbe stato assurdo vendere. L’ospedale della Spezia per esempio: valeva 20 milioni, ma quei fondi erano vincolati al piano di finanziamento del nuovo ospedale, che io ritengo si debba fare. E sono stato io a proporre di togliere Costarainera, perché lì possiamo far nascere, in project financing, un grande centro di riabilitazione, uno fra i più importanti del Nord».
Quindi?
«Possiamo ancora raggiungere quota 65 milioni, valorizzando altri immobili, e cambiandone la destinazione d’uso prima della vendita. Quelli della Asl3 porteranno 7 milioni per esempio».
I costi: dovevate tagliarli di 56 milioni, invece sono aumentati di 75.
«Fu una stima poco prudente. Costruita confidando che gli incrementi dei costi del sistema fossero meno strutturali».
Nel frattempo però nonostante il blocco delle assunzioni proprio lei ne ha autorizzate oltre 400 in deroga.
«481 per la precisione, e 232 erano stabilizzazioni. Si tratta di 227 fra Ota e Os, 95 infermieri, 68 tecnici e 82 medici, 5 i primari, 3 dei quali al Galliera. Ed erano tutti indispensabili, pena la chiusura di alcuni servizi o carenze rilevanti di personale. E sa quanto ci sono costati? 9.500.000 euro».
Come dire che non è il personale a incidere sui costi?
«Il personale dal dicembre 2005 al marzo scorso è diminuito di 137 unità. Detto questo certo che bisognerà studiare una politica di riorganizzazione. Ma solo quando avremo tagliato mille posti letto, 860 a Genova e 100 a Savona, in 15-20 mesi. Questo libererà operatori che potranno essere spostati in reparti e ospedali diversi, e nei servizi territoriali di continuità assistenziale, che vanno potenziati insieme alla riabilitazione e alla residenzialità».
Avete stanziato un milione di euro per assumere cinque superconsulenti.
«Ecco, questa è una colossale bugia».
Nessun esperto in arrivo?
«Ma sì, assumeremo cinque professionisti dalle aziende sanitarie con funzioni dirigenziali per coprire le competenze cliniche che in Regione non ci sono. Abbiamo già individuato i responsabili della veterinaria, dell’igiene pubblica e della prevenzione. Quando inizieranno a lavorare a tempo pieno non saranno più pagati dalle Asl da cui provengono ma dalla Regione. Il loro stipendio però resterà lo stesso. E anche se fossero tutti primari, e non è detto che lo saranno, la cifra sarebbe al massimo la metà».
In Regione c’è già una squadra ad affiancarla: Lucia Vinzoni, Gianni Orengo, Luciano Pilu. Non bastano?
«Guardi, si prenda gli statini. Vinzoni guadagna 1912,23 euro lordi, Pilu 125 lordi».
Si dice che abbiano esautorato il suo direttore generale Domenico Crupi dopo la famigerata “cena dei bolliti”.
«Crupi l’ho sentito oggi, ha firmato una delibera».
E che ci dice dei 5 milioni per la nuova Agenzia regionale?
«È una stima superficiale. Comunque l’agenzia è necessaria per pianificare, dare linee di indirizzo e fare controlli. Cose che la struttura regionale non è in grado di fare. Si può governare la sanità senza medici e tecnici?».
Scusi ma finora come hanno fatto i suoi predecessori?
«Finora si è governato molto male, infatti. Cambieremo rotta, la situazione va aggredita, e subito».
Aggredita. Claudio Gustavino il capogruppo della Margherita propone di chiudere cinque ospedali da Voltri a Sampierdarena
«Gustavino ha detto una cosa giusta: 15 anni di problemi non si risolvono in 15 mesi».
E i cinque ospedali?
«Li chiuderemo. Da qui a 5-10 anni ci saranno solo le due nuove strutture del Ponente e della Valpolcevera.

Il piano di edilizia prevede anche un nuovo blocco chirurgico al San Martino, per eliminare la confusione di 52 sale operatorie articolate in 16 punti».
Assessore Montaldo, lei ha dei nemici in maggioranza?
«Se li ho non capisco perché e mi dispiace. Comunque, tutto quello che ho fatto fino a qui è stato discusso e concordato con il resto della giunta».

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