Roma

Sanità in rosso con la politica degli annunci

Antonella Aldrighetti

Lo stato di salute della macchina amministrativa regionale è critico: finanze in rosso e rating declassato. Chissà se l’approdo di un advisor esterno per analizzare la gestione contabile delle aziende sanitarie del Lazio riporterà un po’ di luce alle già troppo discusse politiche assistenziali. Eppure, malgrado la frotta di penalizzazioni che gravano sulla regione, il governatore Piero Marrazzo riesce ancora ad esultare quando, due giorni fa, è stato reso noto che il Lazio si sarebbe «meritato» un contributo eccezionale dal governo Prodi pari a oltre 8 milioni di euro. Una promessa che però non è stata sufficiente a mitigare il contraccolpo inflitto da Standard and Poors alle finanze regionali: l’agenzia, infatti, ha ulteriormente declassato il rating dopo aver stabilito l’incertezza sulla provenienza dell’ammontare debitorio delle Asl.
Vale a dire, c’è poco da stare allegri. Ragione per cui Alleanza Nazionale ritiene che sia arrivata l’ora di puntare i riflettori sull’amministrazione Marrazzo e fare luce sulla politica gestionale portata avanti da 18 mesi in qua. Sarebbe la politica degli annunci, a volte pure sciatti e raffazzonati, a preoccupare il vicepresidente della commissione Sanità del senato Cesare Cursi, tanto che ritiene di dover mettere al bando ogni ipotesi che possa illudere i cittadini della Regione sugli oltre 8 milioni in più destinati al Lazio perché «il fatto che il governo assegni al Lazio più fondi è legato ad una finanziaria che non è stata ancora approvata invece, come ho letto su alcuni giornali “amici” del governo, sembrava quasi un fatto assodato. Inoltre i fondi extra dipenderebbero pure dal riconoscimento di un incremento della popolazione rispetto al dato relativo al censimento del 2001, nonché da uno stanziamento di emergenza per una Regione che risulta essere la più indebitata ex equo con la Campania». Quanto all’impiego delle risorse, serviranno a coprire il debito? «Serviranno essenzialmente a mandare avanti la macchina sanitaria e mi auguro che lo si faccia con impegno visto che a oggi ancora non è stato dato seguito ad alcuna politica per ridurre le liste d’attesa sulle prestazioni sanitarie».
Ma è il capitolo finanze quello che risulta sempre il più scabroso. È per questo che la domanda retorica dell’ex sottosegretario alla Salute non è peregrina: «Ci farebbe piacere sapere - taglia corto Cursi - perché per Marrazzo, in sede di accordo Conferenza Stato-Regioni del 26 marzo scorso sul riparto del Fondo sanitario regionale, il Lazio rinunciò a 235 milioni di euro, che poi vennero spalmati su Liguria, Emilia Romagna e Toscana. Anche allora potevano essere utili quei finanziamenti». Ad alimentare l’eco sull’errata gestione delle incombenze finanziarie arriva pure il senatore Andrea Augello (An), già assessore al Bilancio nella giunta Storace, che sottolinea la considerazione sul fatto che «secondo Standard and Poors il Lazio si è dimostrato inaffidabile sulla capacità di contabilizzazione, motivo appunto che ha portato l’agenzia a declassare ancora una volta rispetto a due mesi fa il rating della regione. E “inaffidabile” è una parola pesante. Il motivo scatenante sono stati questi nuovi 4miliardi di euro di debiti che Piero Marrazzo dice aver reperito nei capitoli dei patrimoniali delle Asl e che non erano calcolati nel conto economico.

Sappiamo che non è così».

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