Fumata nera sulle nomine degli Irccs lombardi. Lincontro di ieri tra il presidente lombardo Roberto Formigoni e lassessore alla Sanità Luciano Bresciani non ha portato a un elenco definitivo. E le trattative sono ancora aperte. Tantè vero che non si è nemmeno sicuri di arrivare ad annunciare i nomi ufficiali entro la giunta di domani. Se le nomine dovessero slittare, se ne riparlerà subito dopo Natale. «E comunque entro la fine dellanno» precisano allassessorato della Sanità. In ballo ci sono i vertici di Istituto nazionale dei tumori, del Policlinico, del neurologico Besta e del San Matteo di Pavia.
Laccordo cè ma parziale. Fra gli scenari più certi cè quello che vede Giuseppe De Leo passare dalla direzione del Besta a quella dellIstituto tumori al posto di Antonio Colombo, la cui gestione non ha convinto fino in fondo la Lega. O semmai al posto del direttore generale del colosso di via Venezian, Gerolamo Corno, quota Udc. Pare certa la riconferma della coppia Giancarlo Cesana e Luigi Macchi, in quota ciellina, alla guida del Policlinico in qualità di presidente e direttore generale. Per il resto si sta valutando. Il Carroccio preme per spostare Pietro Caltagirone dal San Matteo di Pavia al Besta, dove traballa la poltrona del presidente Carlo Borsani, ex assessore alla Sanità e allepoca in quota An. E contemporaneamente la Lega punterebbe pure alla direzione generale del San Matteo: tra i candidati, oltre a De Leo anche Pierluigi Zeli, direttore generale dellospedale di Varese, e Mauro Lovisari, direttore generale dellazienda ospedaliera di Lecco.
A qualcosa Bossi e i suoi devono pur rinunciare: nel delicato equilibro del risiko dei top manager della sanità, il Carroccio ha diritto alla nomina di un presidente, un direttore generale e 5 membri del cda. Stop. E questanno lo scontro sui nomi non è stato tanto con Cielle, che detiene un primato nel controllo delle direzioni, ma si è consumato tutto internamente al partito. A un certo punto è perfino spuntato il nome dellex ministro Roberto Castelli come possibile componente «vip» del cda del Policlinico. Voce circolata e smentita immediatamente dallassessore Bresciani: «Idea affascinante - ha commentato - ma del tutto impraticabile» perché il nome di Castelli è incompatibile con il ruolo allospedale Maggiore. E i suo curriculum non è stato presentato al momento delluscita del bando, circa un mese fa. I papabili per le poltrone delle quattro fondazioni invece verranno pescati proprio nel plico dei curriculum depositati. Idem per i membri dei cda, in tutto una ventina. A nominarli sarà il comitato nomine tra cui figura anche il capogruppo lombardo della Lega Nord Stefano Galli: «Spero che nelle prossime ore si possa trovare un accordo sui nomi - spiega - e arrivare a domani con un elenco definitivo in mano».
Altrimenti si andrà dopo Natale, come del resto stava per accadere anche per la nomina dei 45 direttori generali di Asl, aziende ospedaliere e Areu. Lo scorso anno era stata trovata la quadra in corner e il 23 dicembre erano stati annunciati i nuovi direttori.
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